DOCUMENTO PROGRAMMATICO

L’effetto serra incombe sul pianeta. E’ una catastrofe planetaria, causata dall’uomo, e si aggraverà in modo irreversibile se non si interviene tempestivamente.

Il riscaldamento climatico sta provocando lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte artiche. Tra la metà e la fine del secolo alcune isole saranno sommerse, come pure la maggior parte delle coste, dove risiede una buona parte della popolazione mondiale. Il cambiamento di salinità e temperatura dei mari si traduce nell’aumento della produzione di vapore acqueo, che è il peggiore fattore ad effetto serra, ed è all’origine di alluvioni e disastri ambientali senza precedenti. Si modificheranno anche la flora e la fauna, micro e macroscopica, e questo avrà un’influenza profonda sul nostro ambiente sociale, sulla nostra salute, sulle produzioni agricole e industriali. Saremo esposti all’aumento delle allergie e alla comparsa di agenti patogeni, anche gravi, tipici delle zone tropicali, ai quali in Europa non siamo immunizzati. L’acidificazione delle acque potrà colpire alla base la catena alimentare, con un ulteriore danno alla pescosità dei mari.

L’umanità, l’Occidente e, per quanto ci riguarda più da vicino, il nostro paese, si trovano ad affrontare questa crisi con un approccio politico e culturale arretrato rispetto alla dimensione e gravità dei problemi. Non si può uscire da questa crisi con la stessa cultura e politica che l’hanno generata. Il rapporto indissolubile tra i fenomeni dell’ambiente naturale e l’ambiente economico- sociale costruito dall’uomo, è sempre esistito nei millenni, anche se non lo si è riconosciuto sistematicamente. Oggi è sempre più difficile ignorare questa realtà. Alcune strategie politiche sostengono l’azzeramento delle emissioni di gas serra, ma si trovano imbrigliate in angoli visuali idealistici e perfino antiscientifici. Non vengono considerati parecchi fattori fondamentali, inclusi i tempi di evoluzione della gigantesca crisi, che sono connessi in modo indissolubile ai processi concreti. La cultura dominante vede solo singoli aspetti minacciosi senza mai connetterli nella loro dinamica, benché siano concorrenti alla determinazione degli eventi stessi. Tutto ciò emerge con crescente stridore dai dibattiti politici che non riescono a convergere sul più importante punto focale oggi esistente, quello di mettere al centro delle preoccupazioni collettive la sopravvivenza delle forme viventi, per prima la specie umana.

Per fare ciò occorre con coraggio ricorrere al grande patrimonio sapienziale che ci deriva dalle più grandi scoperte scientifiche che ci hanno fatto entrare nell’era moderna. Le conquiste conoscitive che dobbiamo a Galileo, Darwin e Einstein, sono un patrimonio di valore universale perché hanno superato la tradizionale frattura che si è alimentata nei secoli tra cultura umanistica e cultura scientifica.

Il progetto sopravvivenza si basa sulla lettura e l’interpretazione processuale della realtà oggettiva, come condizione imposta dalla necessità di conoscerla, per riparare puntualmente i danni che abbiamo inferto al pianeta, e minimizzare le gravi sofferenze che l’effetto serra recherà alle popolazioni in particolare ai più deboli.

Vogliamo “aggiungere” un catalizzatore che favorisca un’ampia convergenza verso le conoscenze più avanzate. Vogliamo costruire un insieme di informazioni coerenti e oggettive (conoscenze scientifiche mirate, esperienze nazionali e internazionali, monitoraggio dei dati più importanti delle più accreditate fonti scientifiche…) e metterle al servizio del governo del territorio.

 

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