Dalla lentezza all’azione

In un’intervista a seguito dell’accordo di Parigi, Luca Mercalli, scienziato meteorologo, sottolinea quanto sia importante a livello simbolico e politico l’intesa epocale tra 195 governi sul cambiamento climatico e quanto rappresenti un passo in avanti rispetto a Kyoto (non siglato dai paesi emergenti e comunque ampiamente disatteso) e a Rio de Janeiro 1992 (un meeting caratterizzato secondo Mercalli dalla lentezza), eppure sottolinea anche quanto sia ancora un accordo inadatto ad affrontare l’enorme sfida che ci pone il clima. Gli impegni presi costituiscono ancora una modesta acquisizione nonostante tutto, in quanto le proposte di riduzione delle emissioni messe sul piatto dai vari paesi non sono ancora sufficienti e sommate insieme non raggiungerebbero l’obiettivo di contenere il riscaldamento entro i due gradi, bensì entro i tre. Volendo anche agire seriamente e immediatamente, servirebbero anni di lavoro, miliardi di pannelli solari, auto elettriche, turbine eoliche, tassazioni delle emissioni e tanta educazione ambientale per costruire un percorso di sostenibilità ambientale e non tutti i paesi hanno le risorse o sono disposti a fare questo sforzo.

Mercalli immagina l’umanità che viaggia su un aereo che sta per cadere, dove, invece di trovare tutti insieme un modo di atterrare, si perde tempo prezioso a litigare tra chi ha volato in prima classe e chi è rimasto nella stiva, e con ciò fa chiaramente riferimento rispettivamente ai paesi sviluppati che si sono arricchiti a danno dell’ambiente e ai paesi emergenti che a loro volta vogliono inquinare a piacimento per non essere da meno. La realtà che i passeggeri hanno perso di vista è che la priorità è non schiantarsi al suolo, o almeno prendere quelle misure per non farsi troppo male nell’atterraggio.

A cura di M.B.

DA RSI RADIO TELEVISIONE SVIZZERA