La desertificazione in Italia

In Italia Coldiretti segnala una situazione di allarme per la siccità a causa dell’andamento climatico; infatti vi è una crisi idrica per cui a causa delle scarse piogge grandi laghi e fiumi hanno visto una sensibile diminuzione della loro portata. Il Po, ad esempio, è sceso di due metri, mentre il lago Maggiore è al 17 % della sua capacità, il lago di Como al 12 % e il Garda al 33 %. In gennaio la caduta di acqua si è fermata al 30 % rispetto alla media e guardando più indietro nel 2015 c’è stata una spiccata siccità (da più di 215 anni non si riscontrava un tale livello di aridità). La mancanza di neve sulle montagne ha inoltre contribuito a questa situazione, facendo mancare la scorta idrica ai bacini lacustri e fluviali, quindi rendendo difficoltose le attività agricole. La desertificazione del territorio è un pericolo concreto per l’Italia, sempre più evidente dopo il grande caldo del 2015, che ha portato temperature superiori a 1,42 gradi rispetto alla media. Il risultato è che molte specie vegetali sono già in fiore a gennaio, ma potrebbero essere rovinate da improvvisi e bruschi cali della temperatura, oltre che da forti infestazioni di insetti patogeni, che proliferano a causa del caldo fuori stagione.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

Molti laghi nel mondo rischiano la scomparsa

Molti laghi e corsi d’acqua nel mondo stanno rischiando la scomparsa a causa di siccità e desertificazione, oltre che allo sfruttamento dell’irrigazione per le attività estrattive ed industriali. La crisi idrica non risparmia alcun continente dall’Asia alle Americhe , mettendo a serio rischio le attività economiche e turistiche in particolare dei paesi più poveri. I laghi del sudovest degli USA, il fiume Colorado e il lago di Aral sono solo alcuni esempi eclatanti del prosciugamento delle risorse d’acqua.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

Le trivelle in Italia

Il triste elenco delle località interessate in Italia dalle trivelle aumenta sempre di più; infatti si contano ben novanta concessioni per le ricerche sulla terraferma solo da Abbadia Cerreto a Zappolino, mentre altre ricerche ed estrazioni vengono effettuate in tutto l’Adriatico e al largo della Calabria e della Sardegna, oltre che presso le isole Tremiti. La lista è potenzialmente infinita e non vi è una sola regione che non sia coinvolta; nei nostri mari e nelle nostre campagne c’è una corsa al petrolio che comprende, oltre alle già menzionate concessioni per la terraferma, 24 concessioni per i fondali marini, 143 per “coltivazioni” di idrocarburi già individuati a terra e 69 in mare. L’assalto delle lobby petrolifere viene compiuto a danno di gioielli riconosciuti a livello mondiale per la loro bellezza e biodiversità, e tutto ciò lascia solo spazio a tanta amarezza e sfiducia nei confronti del governo che ha sbloccato queste concessioni.

A cura di M.B.

DA “IL CORRIERE”

2020 senza cacao

I meteorologi dell’Istituto Nazionale di Meteorologia e Idrologia dell’Ecuador lanciano l’allarme per le conseguenze della tempesta El Niño che colpirà il paese con piogge due volte superiori alla media durante tutto il primo trimestre del 2016, in particolare tra febbraio e marzo. Il cambiamento climatico e il fatto che il 2015 sia stato uno degli anni più caldi della storia è causa dell’intensità di questo fenomeno, per cui sono previste inondazioni nelle coltivazioni. Un tipo di coltivazione che sarà duramente colpita è quella del cacao, che perderà fino a 40.000 tonnellate del prodotto secondo le stime di Anecacao.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”