L’inquinamento in Pianura Padana

In Italia il record in morti a causa dell’inquinamento è detenuto dalla pianura padana, la quale tanto è densamente abitata quanto inquinata. I killer sotto accusa sono le micropolveri sottili, il biossido di azoto e ozono, a cui un rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente ha attribuito rispettivamente 59.500, 21.600 e 3300 morti precoci in Italia. Lo stesso studio calcola che in tutta Europa nel 2012 siano avvenute 491.000 morti precoci, di cui ben 84.400 in Italia. Le micropolveri sono le più letali, in quanto ben l’87% della popolazione europea è esposta ad esse in quantità di gran lunga superiori alla soglia limite; le città più colpite in Italia da questo fenomeno di sforamento sono Brescia, Monza, Milano e Torino (considerando il limite di 25 microgrammi per metro cubo d’aria), mentre le grandi città del centro sud entrano nella classifica se si considera il limite di 10 microgrammi. Oltre alle morti precoci purtroppo si riscontrano anche patologie di tipo cardiaco e respiratorio, sempre in aumento per coloro che vivono nelle metropoli.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

Bankitalia sul cambiamento climatico

Bankitalia per la prima volta si esprime sul cambiamento climatico, sostenendo che le catastrofi naturali come terremoti e alluvioni, stiano danneggiando le banche poiché per famiglie e imprese vi è una copertura assicurativa troppo bassa. L’inondazione del Veneto nel 2010 e il conseguente dissesto del territorio, ha portato un dissesto dei bilanci bancari e dello spread, dunque anche la solidità del nostro sistema finanziario viene intaccata dal cambiamento climatico. I vertici di Bankitalia e persino il ministro Padoan, al “National dialogue on sustainable finance”, nelle insolite vesti di ecologisti, hanno affermato quanto sia importante la sfida al cambiamento climatico e il fatto che lo sviluppo sostenibile debba essere incentivato. L’ufficio studi di Bankitalia pare stia lavorando ad approfondire il rischio idrogeologico, dato che il 15% della popolazione e il 18% delle imprese sono esposte a possibili inondazioni e tra il 2009 e il 2011 si sono verificati una media di 82 eventi all’anno con danni stimati per 2,7 miliardi di euro, aumentati a 3,1 nel solo 2015. Fallimenti e crediti deteriorati sono la preoccupazione degli istituti bancari, e la riduzione del valore di garanzia dei prestiti. Si dovrebbe secondo Bankitalia ridurre il rischio lavorando sulla prevenzione e aumentando la copertura assicurativa sulle proprietà, che nelle zone sismiche del centro Italia arriva a malapena all’1 % del totale, ma tutto questo richiederebbe un intervento pubblico in quanto le assicurazioni private sono disincentivate a servire territori ad alta sismicità. Nonostante i problemi che già si sono manifestati, il peggio deve ancora arrivare, in quanto il cambiamento climatico si dipana su tempi lunghi e potrebbe causare gravi ripercussioni sul precario equilibrio di bilancio nel nostro paese.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”