L’Ora della Terra WWF: 700 specie a rischio estinzione

In occasione della Earth Hour del 25 marzo, il WWF segnala un aggiornamento del 2017 sulle specie a rischio estinzione nel documento “Cambiamenti climatici e sesta estinzione di massa” che riassume dati provenienti anche dall’Ong Iucn, che ha stilato una lista rossa di ben 700 specie a rischio. La sesta estinzione di massa è la prima nella storia ad essere a carico dell’uomo, che con la sua avidità e l’inquinamento che causa, sta minacciando la biodiversità. In particolare vi sono 17 specie animali a rischio immediato di cui cinque in Italia; per fare alcuni esempi, lo stambecco, l’ermellino e la pernice bianca sono tra questi. Nell’Artico invece i più minacciati sono senza dubbio gli orsi polari, la cui popolazione si ridurrà di due terzi nel 2050 a causa dello scioglimento della banchisa polare, ai minimi storici come estensione da 38 anni (3 % del pack artico perso ogni 10 anni). Anche i beluga, finora protetti dalle acque gelide, verranno raggiunti più facilmente dalle orche, che col riscaldamento delle acque si avventureranno più a nord per cacciare. Ma altre situazioni critiche si riscontrano per pinguini, panda, ghepardi, leopardi delle nevi e vari tipi di volatili e anfibi, i cui habitat, fondati su un equilibrio ormai fragile, potrebbero essere distrutti. Il Mar mediterraneo nel frattempo si sta tropicalizzando per via del riscaldamento delle acque, che ospitano sempre più specie invasive, molte delle quali minacciose per le specie autoctone.

L’andamento generale di molte specie, danneggiate perlopiù dalle temperature in aumento, ci sta portando verso un territorio ignoto, un futuro incerto, per cui è necessario sensibilizzare la collettività anche con iniziative simboliche come la Earth Hour, per capire l’importanza, per la nostra stessa sopravvivenza, di proteggere e preservare gli habitat delle creature in pericolo.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

Save the Children: la Somalia sta morendo

La fame e il colera stanno mettendo in ginocchio la Somalia, con 3 milioni di persone che soffrono di gravi carenze alimentari, di cui 570 mila bambini malnutriti e l’urgente bisogno di 800 milioni per arginare la carestia. Questi sono i dati allarmanti forniti da Save the Children, che incoraggiano ad un’azione tempestiva, per evitare l’indifferenza che ha portato ad altre catastrofi inascoltate, che si sono manifestate alla loro massima potenza con l’arrivo dei profughi alle porte dell’Europa. Purtoppo le previsioni per il 2017 sono davvero negative, in quanto potrebbe ripetersi una carestia terribile come quella del 2011 in cui morirono 270.000 persone, poiché da tre anni c’è una situazione di siccità estrema e l’approvvigionamento di acqua è sempre più difficile. Le popolazioni locali, vivendo di pastorizia, hanno dovuto svendere il bestiame già decimato e mangiare i semi che avevano piantato nella terra per sfamarsi, pregiudicando il raccolto successivo. In questo quadro si può immaginare come il colera ma anche semplici polmoniti possano causare un ingente numero di decessi, colpendo come al solito i più deboli; dobbiamo evitare che avvenga ciò che è avvenuto per Siria ed Iraq, con le imponenti migrazioni causate anche da un cambiamento climatico in atto già da tempo e ignorato fino alle estreme conseguenze. Il Corno d’Africa e lo Yemen potrebbero essere presto i prossimi.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

Oltre un terzo dell’acqua viene sprecato in Italia

In Italia un bene prezioso come l’acqua viene perso fino a un terzo nei meandri dei suoi acquisti e in particolare nel 2015 uno studio dell’Ispra che comprende l’analisi di 116 capoluoghi di provincia ha accertato che lo spreco medio dell’acqua immessa in rete è del 35,4 % mentre in alcuni luoghi raggiunge addirittura il 76 %.

Al centro-sud sono registrate le situazioni peggiori, come a Frosinone e Cosenza, mentre le perdite minori si registrano a Macerata, Mantova e Udine. Nella nostra capitale, per fare un esempio pratico, si perdono 196 litri d’acqua a persona al giorno, mentre a Milano poco più di 55 litri. I consumi invece vanno in direzione esattamente contraria, con Milano e dintorni con consumi fino a 230 litri al giorno per abitante e Vibo Valentia con 98. La diminuzione dei consumi passa per una maggiore consapevolezza dell’utilizzo dell’acqua, a un migliore funzionamento degli elettrodomestici e l’uso del riduttore di flusso nei rubinetti, mentre le situazioni di spreco portano ad un aumento del prelievo d’acqua alla fonte con conseguente impoverimento di quest’ultima e disservizi cronici che causano spesso anche problemi sanitari per l’infiltrazione di detriti e liquami nelle condutture non funzionanti. Un altro problema delle acque sia superficiali che sotterranee sono i pesticidi e le miscele di sostanze presenti nella composizione: su 54 centri abitati analizzati, 26 sono quelli in cui sono presenti sostanze in concentrazione superiore al livello consentito e si tratta spesso di città medio-grandi della Lombardia e della Toscana. Le sostanze incriminate ricorrenti sono l’insetticida imidacloprid e il glifosato.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”