La terra è diventata sabbia in Veneto

La prolungata siccità sta mettendo in ginocchio l’agricoltura veneta che sta vedendo il mais e il frumento crescere in un terreno sabbioso, gli ortaggi minacciati da caldo e insetti e l’irrigazione partita molto in anticipo. Gli agricoltori delle campagne del nord est lamentano la scarsità di acqua che permette a stento la crescita dei cereali, che faticano ad attecchire specialmente sui terreni argillosi. Le aziende agricole, a causa della penuria d’acqua (dall’inizio dell’anno ne è caduta al massimo 50 millimetri nella Bassa Padovana e in certe zone solo 1 millimetro) sono costrette ad irrigare con uno o due mesi di anticipo, con un inevitabile aggravio dei costi. Sono molte migliaia gli ettari di frumento, mais e soia in provincia di Padova, e sarebbe impensabile riuscire ad irrigarli tutti, ma c’è una categoria di prodotti che non può fare a meno dell’acqua: gli ortaggi di stagione. Questi ultimi vengono attaccati non solo dallo stress idrico, che impedisce loro di crescere, ma sono messi in pericolo da insetti ed escursioni termiche che favoriscono l’attacco di parassiti e malattie delle piante.

A cura di M.B.

DA “IL MATTINO DI PADOVA”

Origini

Origini

Quattordici miliardi di anni di evoluzione cosmica

Di Neil de Grasse Tyson e Donald Goldsmith

Edito da La Biblioteca delle Scienze

Presentazione

Chi avrebbe mai detto che cercando di decifrare i misteri dell’universo avremmo trovato la chiave per guardare dentro di noi? Se ci imbarchiamo in questo viaggio non è per un semplice desiderio, ma per il mandato, conferitoci dalla nostra specie, di ricercare il nostro posto nel cosmo.

La qualità umana

La qualità umana

Di Aurelio Peccei

Edito da Biblioteca della EST

Edizioni Scientifiche e Tecniche Mondadori

Presentazione

Aurelio Peccei traccia nelle pagine di La qualità umana un’autobiografia intellettuale in cui le sue singolari esperienze personali di dirigente d’industrie attraverso i continenti sono intreccciate ai problemi più generali che oggi coinvolgono l’intera umanità. Le prime prove di manager e l’intuizione dei drammi sociali del Terzo Mondo; la lotta antifascista e le scelte delle ricostruzioni; l’organizzazione delle prime imprese a carattere collettivo e interesse pubblico nell’America latina e le responsabilità delle multinazionali; l’ideazione dei primi centri internazionali di ricerca scientifica multidisciplinare, la creazione del Club di Roma e i problemi della sovrappopolazione della degradazione dell’ambiente, l’insufficienza degli stati sovrani e dell’attuale ordine economico. Da queste due vite parallele, quella propria individuale e quella di tutta la collettività umana, Peccei trae le ragioni per affermare la necessità di un mutamento nella gestione di quello che egli chiama “l’impero globale dell’uomo” e definisce alcuni obiettivi per uscire da una crisi che volta a volta ci appare come crisi istituzionale, economica e monetaria, energetica, ma che al fondo è crisi culturale, incapacità di adeguare il cammino dell’uomo alla corsa della macchina tecnologica e di dare alla ricerca scientifica e alle innovazioni tecniche finalità rispondenti ai bisogni di tutti gli uomini.

I pastori nomadi in Mongolia e cambiamento climatico

I pastori in Mongolia si ritrovano sempre più frequentemente in situazioni di difficoltà a causa dell’aumento della temperatura di 2,07 gradi centigradi negli ultimi 70 anni, che ha portato ad inverni più rigidi, venti sferzanti in primavera e riduzione nell’estensione e biodiversità dei pascoli. Nonostante tutto ciò hanno trovato una nuova strategia di resilienza per fronteggiare insieme le difficoltà attraverso la costruzione di legami comunitari, cosa insolita per i nomadi, e questo è un esempio concreto di adattamento e mutazione dell’assetto sociale a causa del cambiamento climatico.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

La grande sete assedia il Nord

In Veneto i contadini lanciano l’allarme siccità: non piove da Gennaio, l’Adige è in secca (da una portata media di 80 m³ d’acqua al secondo si è passati a 37) e il Po è ai livelli dell’inizio dell’estate 2016. L’Adige è talmente privo d’acqua che il mar Adriatico risale il suo corso per 5 km, spargendo il suo sale sulla terra delle campagne ormai diventata sabbiosa. La Regione Veneto sta per dichiarare lo stato di crisi per siccità, essendo la regione da questo punto di vista più sofferente in assoluto: la Coldiretti infatti ha stimato un calo delle precipitazioni del 53 % e la temperatura è 2,5 gradi sopra la media stagionale. Tutto ciò si ripercuote sull’agricoltura della Pianura Padana, con i contadini che devono irrigare i loro campi in anticipo di ben due mesi e ciò significa per i consumatori prezzi della verdura alle stelle. A monte le cose non vanno meglio, in quanto la temperatura è di 3 gradi superiore alla media stagionale, sulle Dolomiti e le Prealpi quest’inverno si è vista ben poca neve e non essendosi accumulato ghiaccio, manca l’acqua che veniva dal disgelo e fluiva a valle. Scarseggia l’acqua per le piante da frutto sulla Strada dei Vivai, che si seccano facilmente, non hanno linfa per germogliare. Verso Chioggia e Rosolina invece, il consorzio di bonifica del Delta, Adige e Po sta monitorando maniacalmente il livello del cuneo salino che rischia di passare la barriera ed infiltrarsi nelle acque destinate ai campi e persino nelle acque delle case (come avvenuto nel 2007, solo che era estate). Nelle aree boschive infine c’è un alto rischio di incendi. L’unico modo di fronteggiare quello che si preannuncia come uno stato di crisi è quello di lavorare in sinergia tra regioni del nord, collaborando per non sprecare un bene sempre più raro per tutti: l’acqua.

A cura di M.B.

DA “LA STAMPA”