Addio sci d’estate

L’impianto sciistico dello Stelvio (Bolzano), a 3000 m di altitudine, non ha mai interrotto la sua attività nemmeno d’estate in ben 50 anni: quest’anno la situazione è talmente catastrofica che le piste chiudono fino a data da destinarsi. Tre centimetri di neve fresca certo non sono sufficienti per coprire i crepacci che si formano a causa dello scioglimento del ghiacciaio, che oggi anziché essere coperto di neve (come sarebbe normale a fine agosto) presenta alla vista il colore grigio delle sue rocce, della polvere e pure della sabbia africana che si è accumulata durante il passaggio degli anticicloni estivi. Lo Stelvio, valico più alto d’Europa, era l’unico luogo rimasto sulle Alpi italiane dove si poteva sciare per tutto l’anno: gli impianti della Marmolada avevano chiuso i battenti d’estate nel 2007 dopo una lunga agonia, seguiti da quelli del Presena e della Val Senales nel 2013.

Purtroppo i ghiacciai alpini stanno subendo un’erosione inesorabile da almeno quarant’anni e i teli estivi sono solo una cura palliativa per un male terminale. L’acqua scorre incessante dal corpo principale del ghiacciaio della Vedretta del Madaccio e lo zero termico è fissato a 4000 m, per cui, come sottolinea il direttore delle funivie dello Stelvio, pochi altri impianti (solo quelli sul Plateau Rosa e a Sass Fee) sono graziati dal problema dell’assenza di neve. Lo sci estivo sembra una disciplina destinata a sparire molto presto a causa dello scioglimento dei ghiacciai, che sta avvenendo ad una velocità spaventosa. Lo sci invernale sembra invece pronto ad affrontare nuove sfide: in Val Gardena le aziende Demaclenko e TechnoAlpin si contendono il settore della neve artificiale, rivaleggiando nell’obiettivo di produrre quest’ultima anche a temperature superiori allo zero. Il business dello sci è troppo ghiotto anche in tempi di cambiamento climatico e c’è da scommettere che le aziende del settore non si arrenderanno facilmente.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”