Il Mar Caspio sta evaporando

Il lago più grande del mondo sta evaporando a ritmo doppio rispetto agli anni ’70, a quanto si può osservare dalle foto satellitari della Nasa, e se non ci saranno ingenti apporti d’acqua attraverso piogge e fiumi (ad esempio dal Volga) la sua parte nord, quella meno profonda (meno di 5 metri), potrebbe sparire tra circa 75 anni. Le temperature sempre più alte degli ultimi anni hanno portato ad una discesa del livello dell’acqua di un metro e mezzo in soli 20 anni e attualmente si registra un calo in picchiata di 7 cm all’anno, una tendenza che non accenna a diminuire, anzi. Se dovesse prosciugarsi, come accadde col lago d’Aral (era il quarto più grande del mondo e nel 2014 il suo bacino orientale si è prosciugato) ci sarebbe un impatto devastante sull’ecosistema circostante e l’economia. Molti altri laghi nel mondo si sono o prosciugati del tutto (il lago Poopò in Bolivia nel 2016) oppure in parte (il lago Chad in Africa e svariati grandi laghi negli USA) a causa dell’evaporazione e di un cattivo sfruttamento delle acque.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

I disastri climatici colpiscono tre continenti

Il Sudest asiatico, gli USA e il Niger sono flagellati dalle alluvioni: a Mumbai le piogge torrenziali monsoniche sono le più intense mai registrate dal 2005 e un palazzo crollato ha sepolto 40 persone, mentre nel resto del paese le infrastrutture inadeguate e fatiscenti hanno causato danni e milioni di sfollati. In tutta l’India, Bangladesh e Nepal a fare i conti con i danni sono 40 milioni di persone, tra edifici pubblici distrutti e raccolti devastati. In Niger le piogge torrenziali hanno ucciso 44 persone, di cui una buona parte erano bambini, 8000 case sono crollate e il bestiame è rimasto ucciso dalle inondazioni. La siccità e le inondazioni stanno flagellando il paese africano ormai da mesi e l’allarme Onu si è esteso anche alla Sierra Leone dove i morti sono stati 1000.

Infine l’uragano Harvey, ormai declassato a depressione tropicale, ha causato ingenti danni su case ed edifici pubblici, uccidendo 38 persone (ma si contano ancora 17 dispersi) e provocando esplosioni nella centrale chimica della società Arkema, col rischio di disastro ambientale. Molte persone sono state evacuate o hanno lasciato le loro case ormai al buio per l’assenza di corrente elettrica e per l’assenza di acqua. Secondo AccuWeather i danni ammonterebbero a 190 milioni di dollari, rendendo Harvey il disastro naturale più costoso della storia americana.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.