Taranto soffocata dalle polveri dell’Ilva

Le polveri velenose del parco minerale dell’acciaieria Ilva stanno soffocando la popolazione di Taranto, causando malattie e morti premature, tuttavia i governi da Monti a Gentiloni hanno posticipato la copertura del “parco” (normalmente nel resto d’Europa i parchi del genere sono sigillati, a Taranto all’aperto) al 2023 (è una procedura costosa), sancito l’insequestrabilità dello stabilimento per salvare l’acciaio italiano e infine assicurato l’impunità penale per i dirigenti dell’Ilva fino al completamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. La gente del quartiere che sorge a duecentocinquanta metri dallo stabilimento è stata obbligata a restare a casa per ben tre giorni a causa del vento che ha generato turbini di polvere d’altoforno inquinata da metalli pesanti, facendo schizzare le Pm10 dal limite di 50 migrogrammi per metro cubo di aria a ben 200. I bambini non hanno potuto nemmeno andare a scuola; tuttavia il sindaco fa notare che anche in giorni “normali” i piccoli respirano le polveri nocive, e molti sono stati ricoverati nell’ospedale che si è dotato di un medico specializzato in oncologia pediatrica solo grazie ad una petizione dei cittadini. Questi ultimi si sentono soli e indifesi di fronte ad uno stato che anziché punire i responsabili di tale disastro e mettere in sicurezza la popolazione, si gira dall’altra parte pur di proteggere alti interessi. Sono molti i morti negli anni per neoplasia polmonare, tante malattie e morti precoci che si traducono in sofferenze infinite per le famiglie.

Il sindaco ha intenzione di dar battaglia ai decreti del governo su due fronti: impugnando al Tar il Dpcm con cui il governo ha fissato i paletti del piano ambientale per l’Ilva e ricorrendo in sede europea per l’infrazione alle norme comuni attuata dall’Italia nel non coprire il parco dell’acciaieria.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

Il livello del mare: innalzamento di 189 cm entro il 2100

Il livello dei mari si potrebbe innalzare a ritmi spaventosi, minacciando le popolazioni che vivono sulla costa: si potrebbe arrivare ad un innalzamento di 189 cm entro il 2100. I coralli fossili della costa texana ci parlano di un momento in cui, alla fine dell’ultima glaciazione, il livello del mare si innalzò e per sopravvivere, gli organismi della barriera corallina dovettero spostarsi verso terra per rimanere in acque poco profonde, formando così delle terrazze. La formazione di queste terrazze testimonierebbe il fatto che l’innalzamento sia avvenuto in maniera repentina, non graduale, dell’ordine di alcuni metri nel giro di decenni e non di secoli, sostengono gli studiosi della Rice University di Houston. Il collasso dei ghiacci dell’Antartide potrebbe velocizzare questo processo, come avvenne proprio 12.000 anni fa alla fine della glaciazione, e testimone ne è la frattura del Pine Island Glacier e il ghiacciaio Thwaites, che oggi sono di nuovo in forte ritirata. Le emissioni nocive causate dall’attività umana stanno inoltre portando ad un riscaldamento degli oceani anomalo, che non fa parte di una “normale” fluttuazione climatica, ma di uno sconvolgimento vero e proprio, che vedrebbe l’aumento di 190 cm del livello del mare. Purtroppo le stime vengono costantemente ritoccate in rialzo, e ciò vuol dire che siamo in grave ritardo sulle politiche di contenimento della temperatura entro i 2 gradi.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.