Piano clima: risorse e priorità

Il Piano Nazionale di Adattamento ai cambiamenti climatici elaborato dal ministero dell’Ambiente ha già scaturito delle reazioni, come quella di Legambiente, che ha già stilato una lista di problemi e criticità sul contenuto del documento. Come al solito la questione principale è la concretezza e la praticità delle soluzioni che mancano, oltre all’assenza di priorità da rispettare. Dopo tre lunghi anni di elaborazione di un Piano e una Strategia (SEN) per il clima, si rischia comunque di non vedere realizzati gli obiettivi in quanto i documenti risultano poco chiari sul fronte delle risorse da impiegare per la prevenzione del dissesto idrogeologico, l’informazione da fornire agli abitanti dei territori più a rischio e sul fronte delle priorità di intervento per mettere in sicurezza aree critiche. Il cambiamento climatico sta imponendo una sfida all’Italia, che deve ripartire dalla riqualificazione delle aree urbane degradate e interessate da abusi edilizi, dalla gestione delle acque e dalla prevenzione in caso di eventi atmosferici estremi e ondate di calore.

Purtroppo ancora non si vede nei documenti una connessione concreta e consapevole tra cambiamento climatico e politiche ambientali, e di conseguenza si rischiano pesanti ritardi nell’affrontare problematiche che richiedono interventi immediati, per salvaguardare la nostra vita, la nostra salute e il nostro meraviglioso territorio che ci dà da vivere. Gli impatti sanitari avranno un ruolo di primo piano nel cambiamento climatico e per questo motivo si dovrebbero organizzare monitoraggi epidemiologici su vasta scala, che non sono ancora previsti. Inoltre per fronteggiare il dissesto idrogeologico nelle nostre città è necessario lasciare da parte ulteriori dannose opere ingegneristiche e colate di cemento, per lasciare spazio di nuovo a boschi, parchi ed aree verdi, in grado di attutire molto meglio l’impatto di alluvioni, mareggiate ed esondazioni.

Troppo poca attenzione è data alle spiagge e le loro infrastrutture inadeguate a fronteggiare il cambiamento climatico, oltre che agli ecosistemi più fragili del nostro paese.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.