Addio diesel in Germania: treni a idrogeno

A partire dal 2021 i pendolari della Bassa Sassonia viaggeranno addirittura su treni a idrogeno grazie all’accordo firmato dal gruppo locale dei trasporti e il Gruppo Linde con Alstom per la fornitura di 14 treni Coradia iLint. Sono treni a idrogeno, a zero emissioni, che sono in grado di percorrere 1000 km con un pieno, raggiungendo fino a 140 km/h e avranno un loro punto di ricarica fornito dal gruppo Linde. La fase pilota sarà avviata nel 2018 e poi proseguirà con un secondo veicolo con la manutenzione affidata ad Alstom per 30 anni. E’ una vera rivoluzione che si possa viaggiare in un treno ad emissioni zero che ha le stesse prestazioni di un normale treno regionale, affermano dalla direzione di Alstom.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B

Piano Juncker per l’energia

Dal 2021 al 2030 serviranno ogni anno 379 miliardi di euro per il piano Marshall ideato dall’Europa per l’ambiente, per poter rispettare gli obiettivi sulle emissioni e sulle rinnovabili. Per recuperare quella cifra da capogiro non basterebbero tutti i fondi pubblici del mondo, come osserva il presidente del parlamento europeo Tajani, quindi è necessario attirare investimenti privati attraverso incentivi finanziari. Mentre su eolico e solare sono stati fatti grandi passi avanti nella riduzione dei costi, nell’edilizia la situazione è definita “frustrante”, ed è proprio questo settore responsabile del 40% delle emissioni in Europa. La Commissione europea si è data molto da fare per creare strumenti legislativi per spianare la strada al raggiungimento degli obiettivi climatici e il Fondo europeo per gli investimenti strategici ha finora convogliato il 25% delle risorse per l’ambiente e l’innovazione ma non basta: si dovrebbe arrivare al 40% per raggiungere gli obiettivi. Ma se c’è un problema che l’Europa non si è posta è il ruolo del gas naturale, che dovrebbe far da ponte per la transizione da combustibili fossili ad energie pulite, che rischia di mandare gambe all’aria l’accordo di Parigi, a causa del già annunciato aumento di CO2 nell’aria. L’impatto dell’anidride carbonica e del metano è stato sottovalutato e ora gli accordi di Parigi sono molto vicini al fallimento a causa anche di questa “svista”.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Maltempo in Campania

La zona da Positano ad Aversa è flagellata dal maltempo tra piccole frane, crolli e allagamenti, con situazioni critiche nella zona della Costiera Amalfitana e la Penisola Sorrentina. Da giorni volontari e tecnici sono al lavoro per liberare le aree interessate da eventi alluvionali e dissesti idrogeologici, che hanno portato un mare di fango e detriti. Alcuni abitanti hanno anche dovuto abbandonare le proprie case a Nocera Superiore e Cava dei Tirreni a causa dei costoni che sovrastano le case che sono stati interessati da vasti incendi quest’estate, e sono stati accolti in strutture comunali. La Protezione Civile ha prorogato l’allerta sulle zone costiere con l’allerta arancione estesa all’intera Campania. Piove incessantemente e molte scuole sono rimaste chiuse a Positano, molti turisti sono rimasti bloccati a causa dei collegamenti a singhiozzo con l’isola di Capri e diverse corse della Circumvesuviana sono state chiuse con disagi enormi per studenti e pendolari.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

Un miliardo di rifugiati climatici entro il 2050

Il rapporto Lancet Countdown ha stimato un miliardo di rifugiati climatici entro il 2050; dato sconvolgente che ci ricorda come tanti migranti facciano parte della categoria di coloro che fuggono da un clima che ormai ha reso pressoché invivibili i loro paesi. Tifoni, alluvioni e carestie hanno messo in ginocchio popolazioni con un’ampia maggioranza di individui che vivono sotto la soglia della povertà in Africa e Asia ma anche in Oceania, dove le Fiji sono ormai sotto la minaccia di inabissamento. Non sono solo Ong e ambientalisti ad affrontare queste tematiche ma anche esperti delle forze armate e della sicurezza di paesi come gli USA; se la situazione dovesse peggiorare (e questa è purtroppo la tendenza) si potrebbero avere 10-20 milioni di rifugiati climatici nei prossimi anni, provenienti prevalentemente dall’Africa, che provocherebbero tensioni economiche e sociali inimmaginabili. Se pensiamo che la situazione di oggi sia difficile ci sbagliamo di grosso. Le conseguenze si vedranno anche sul piano della salute: le ondate di calore e l’inquinamento oltre alle nuove malattie tropicali veicolate dalle zanzare contribuiranno al peggioramento della salute generale. Per sperare in un futuro meno cupo bisogna partire immediatamente con serie politiche di decarbonizzazione e spendendo in misure di adattamento e mitigazione dove non si può fare in altro modo. Si discuterà a Bonn, dove si svolgerà COP23, anche di una sorta di polizza globale contro il cambiamento climatico e soprattutto le sue catastrofi, per impedire a chi le subisce di essere costretto ad emigrare.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.