Casa Bianca: OK al rapporto che vede cambiamento climatico causato dall’uomo

Un rapporto scientifico redatto da 13 agenzie federali USA afferma che la Terra sta vivendo uno dei periodi più caldi mai registrati e che le attività umane siano responsabili dell’aumento della temperatura nel Ventesimo secolo. Questo rapporto ha ricevuto a sorpresa l’ok della Casa Bianca e presto sarà pubblicato; il rapporto contraddice completamente le tesi finora sostenute dall’amministrazione Trump, che ha smantellato le politiche verdi di Obama, promuove il ritorno all’utilizzo del carbone e nega ostinatamente il ruolo dell’uomo nel cambiamento climatico. Il rapporto osserva come negli ultimi 115 anni la temperatura media globale sia aumentata di un grado Celsius e che quest’aumento brusco è dovuto alle attività umane, specialmente dalla seconda metà del Ventesimo secolo in poi. Contiene anche dettagliate analisi sull’aumento del livello dei mari, che entro il 2100 potrebbe innalzarsi di 30 cm e fino a 2,4 m (nell’ipotesi peggiore).

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Piano clima: risorse e priorità

Il Piano Nazionale di Adattamento ai cambiamenti climatici elaborato dal ministero dell’Ambiente ha già scaturito delle reazioni, come quella di Legambiente, che ha già stilato una lista di problemi e criticità sul contenuto del documento. Come al solito la questione principale è la concretezza e la praticità delle soluzioni che mancano, oltre all’assenza di priorità da rispettare. Dopo tre lunghi anni di elaborazione di un Piano e una Strategia (SEN) per il clima, si rischia comunque di non vedere realizzati gli obiettivi in quanto i documenti risultano poco chiari sul fronte delle risorse da impiegare per la prevenzione del dissesto idrogeologico, l’informazione da fornire agli abitanti dei territori più a rischio e sul fronte delle priorità di intervento per mettere in sicurezza aree critiche. Il cambiamento climatico sta imponendo una sfida all’Italia, che deve ripartire dalla riqualificazione delle aree urbane degradate e interessate da abusi edilizi, dalla gestione delle acque e dalla prevenzione in caso di eventi atmosferici estremi e ondate di calore.

Purtroppo ancora non si vede nei documenti una connessione concreta e consapevole tra cambiamento climatico e politiche ambientali, e di conseguenza si rischiano pesanti ritardi nell’affrontare problematiche che richiedono interventi immediati, per salvaguardare la nostra vita, la nostra salute e il nostro meraviglioso territorio che ci dà da vivere. Gli impatti sanitari avranno un ruolo di primo piano nel cambiamento climatico e per questo motivo si dovrebbero organizzare monitoraggi epidemiologici su vasta scala, che non sono ancora previsti. Inoltre per fronteggiare il dissesto idrogeologico nelle nostre città è necessario lasciare da parte ulteriori dannose opere ingegneristiche e colate di cemento, per lasciare spazio di nuovo a boschi, parchi ed aree verdi, in grado di attutire molto meglio l’impatto di alluvioni, mareggiate ed esondazioni.

Troppo poca attenzione è data alle spiagge e le loro infrastrutture inadeguate a fronteggiare il cambiamento climatico, oltre che agli ecosistemi più fragili del nostro paese.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.