I vantaggi della E-mobility

La rinuncia a petrolio e derivati nel settore dei trasporti potrebbe migliorare significativamente la qualità della vita in Europa, secondo uno studio della European Climate Foundation, intitolato”Fuelling Europe’s Future: How the transition from oil strengthens the economy”. I vantaggi spaziano dalla diminuzione dell’inquinamento (puntando a meno 88% di emissioni dovute alle auto entro il 2050) e conseguentemente delle morti ad esso correlate direttamente o indirettamente (ci sarebbe un calo di 500.000 unità l’anno) e una crescita dell’occupazione con la creazione di circa 200.000 posti di lavoro nel 2030. Inoltre la bolletta energetica dell’Europa sarebbe tagliata di circa 50 miliardi di euro. Tuttavia, per realizzare questi obiettivi, sono necessari forti investimenti nelle infrastrutture, in particolare le stazioni di ricarica dei veicoli elettrici (23 miliardi entro il 2030).

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Siccità: a rischio coltivazioni pomodori al Sud

La zona della Capitanata, in provincia di Foggia, è particolarmente importante per l’agricoltura italiana, in quanto da qui arriva la quasi totalità di pomodori pelati venduti in Italia e il 30% dei pomodori da industria. L’indotto della filiera della produzione del pomodoro ammonta a circa un miliardo di euro, e se la stagione si rivelasse poco produttiva, come sembra a causa di un inverno troppo secco, le ricadute sull’occupazione e sul raccolto sarebbero drammatiche. La carenza di acqua fa sì che gli agricoltori che decidono di mettere in serra centinaia di migliaia di piante, facciano una scommessa davvero azzardata. La diga di Occhito sul Fortore tra Puglia e Molise, contiene meno della metà dell’acqua che conteneva nello stesso periodo dell’anno scorso, e se le cose non dovessero cambiare a breve, i produttori che contano sull’acqua della diga per irrigare, avranno un mancato reddito e in più non sono previste compensazioni. D’altro canto, coloro che possono contare sui pozzi venderanno ad un prezzo maggiore. Tuttavia la situazione per i consumatori, anche in vista di un calo della produzione del 30/35% (secondo l’imprenditore Franco Franzese, CEO di Fiammante, industria del salernitano), non cambierebbe, in quanto i prezzi non aumenterebbero e vi è un vasto lotto di merce invenduta nei magazzini dei conservifici, in quanto l’anno scorso si è verificato un grande aumento della produzione, specie nel nord.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Misurazioni satellitari: il mare s’innalza più del previsto

Uno studio effettuato dall’Università del Colorado in collaborazione con la NOAA, la NASA e l’Università della Florida, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, ha rivelato che tra il 2005 e il 2100 il livello dei mari potrebbe aumentare di ben 65 cm. I dati sono stati raccolti attraverso l’analisi degli altimetri, collocati su quattro satelliti artificiali a partire dal 1992. La misurazione del livello del mare attraverso gli altimetri è considerata scientificamente più precisa rispetto a quella fornita dai mareografi, che si basano sui dati delle maree in corrispondenza delle coste (dunque non considerano il livello del mare al largo e i dati delle maree hanno ampio margine di errore). Lo scioglimento dei ghiacci sta portando ad una forte accelerazione del ritmo annuale di crescita del livello delle acque e se il mare in 25 anni si è innalzato al ritmo di 3 mm l’anno, non è detto che fra qualche anno il ritmo non divenga più sostenuto (passando dunque dalla previsione di 30 cm a molto più di 60 cm entro fine secolo). Ammettendo che i dati fossero corretti, probabilmente verso la fine del secolo molte città costiere rischieranno di finire sommerse.

DA “IL CORRIERE DELLA SERA”

A cura di M.B.

Quasi tutti gli uccelli marini mangeranno plastica nel 2050

Nel 2050, la quasi totalità degli uccelli marini si ciberà di plastica, a causa degli 8 milioni di tonnellate di plastica che gettiamo ogni anno negli oceani. Nel 2015 abbiamo gettato in mare l’equivalente di 900 grattacieli alti come l’Empire State Building. La catena alimentare così viene disturbata da questi elementi tossici, che vengono ingeriti dai pesci che poi mettiamo sulle nostre tavole, completando il ciclo. La plastica soffoca tartarughe e delfini e le microplastiche contenute in detergenti e cosmetici stanno avvelenando le acque del nostro pianeta. Molti paesi, dalla Francia, all’Inghilterra e all’Italia, passando per Canada e alcuni stati africani, si sono mobilitati per proibire shopper in plastica, posate, bicchieri e piatti non compostabili e microplastiche, eppure c’è ancora molto da fare per mitigare questa tragica situazione per il mare, per gli animali e per noi stessi.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.