Il Sahara si sta espandendo

Il Sahara è avanzato del 10% durante l’ultimo secolo, a causa del riscaldamento globale e le scarse precipitazioni. Uno studio pubblicato sul  Journal of Climate dell’American Meteorological Society ha preso in esame le precipitazioni e le temperature dal 1920 al 2013, confrontandole con immagini satellitari dell’espansione del deserto. Gli scienziati hanno constatato che l’espansione del Sahara è polidirezionale (verso nord e anche verso sud) e che con ogni probabilità il fenomeno espansivo dei deserti è molto simile anche nel resto del mondo.

Il regime di precipitazioni stagionali è cambiato molto in Africa dal 1902 ad oggi, e ciò rende sempre più arido il Sahel, riducendone le aree fertili e coltivabili, con grande danno per i locali.

DA “ANSA.IT”

A cura di M.B.

Portogallo: l’energia verde supera i consumi

L’Europa macina record nel settore delle rinnovabili, con l’ultimo straordinario risultato conseguito dal Portogallo, dove a marzo la produzione delle sole energie rinnovabili ha superato il consumo di energia elettrica nel paese. La produzione elettrica da fonti rinnovabili ha toccato il suo minimo il 7 marzo, quando ha fornito l’86% dell’elettricità complessiva consumata in Portogallo, e il suo massimo l’11 marzo, quando ha generato una quantità di energia pari al 143% della domanda. Tra le fonti, l’idroelettrico ha soddisfatto il 55% del fabbisogno e l’eolico il 42%. Secondo Apren, l’associazione portoghese per le energie rinnovabili, da cui provengono questi dati, le energie rinnovabili hanno impedito l’immissione di 1,8 milioni di tonnellate di CO2, e addirittura presagisce nel 2040 una copertura totale del fabbisogno energetico portoghese attraverso le energie verdi. Il Portogallo è solo uno degli esempi in Europa: l’eolico, ad esempio, va alla grande in Scozia, dove a maggio scorso ha coperto il fabbisogno energetico del 95%. Per quanto riguarda sempre l’energia tratta dal vento, l’Italia si posiziona al quinto posto con 113 GWh (14,5% della domanda) dopo Germania, Spagna, Francia e UK.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

FAO: forse è giunta la fine della “rivoluzione verde”

Il direttore della FAO, Josè Graziano de Silva, ha pronunciato davanti a 700 delegati di 72 paesi, 350 agenzie non governative e 6 agenzie ONU la seguente frase: “Il modello della rivoluzione verde, attuato dopo il secondo dopoguerra, è esaurito”.

Il vento sta portando l’agricoltura del futuro lontana dall’agroindustria e dalla chimica; l’agricoltura non sostenibile è ormai nel mirino, e non manca molto perché suoni la sua ultima ora. Le prove del fallimento sono sotto gli occhi di tutti: se nel dopoguerra la quantità di cibo pro capite è aumentata del 40% grazie alla cosiddetta rivoluzione verde, oggi si contano 815 milioni di persone al mondo che soffrono la fame, mentre il cibo che mangiamo diventa sempre più povero di nutrienti e l’acqua che beviamo e usiamo nelle aziende, sempre più inquinata. Il summit di Roma della FAO ha messo in luce l’importanza di una virata decisa verso l’agroecologia, che permette il recupero di coltivazioni di specie messe da parte a favore di altre, ma che racchiudono pari o superiore valore nutritivo, che dunque permette di variare la nostra dieta, sempre più monotona, salvando la biodiversità del pianeta. Sicurezza alimentare e resilienza al cambiamento climatico sono parole chiave, per rafforzare la sussistenza e le economie locali, portando lavoro, autosufficienza, preservando e arricchendo la cultura tradizionale in fatto di cibo. Piccoli agricoltori e consumatori saranno i protagonisti del cambiamento; per quanto riguarda questi ultimi, il trend del biologico si rafforza di anno in anno, ma per ora il nodo resta quello dei prezzi. Infatti per portare avanti un’agricoltura pulita bisogna investire molto denaro e conseguentemente i prezzi sono molto più alti rispetto a quelli dell’agricoltura chimica.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.