Le vittime dell’aria inquinata

L’OMS ha recentemente denunciato il macabro record delle vittime causate dall’inquinamento da polveri sottili: 7 milioni di persone decedute l’anno, più della TBC, l’AIDS  e molti di più rispetto a diabete e incidenti d’auto. L’inquinamento è inoltre causa indiretta di un’alta percentuale di morti per arresto cardiaco (24%), ictus (25%), cancro al polmone (29%) e altri tipi di patologie polmonari letali (43%).

Aumentano i morti causati dall’inquinamento in ambienti esterni (da 3 milioni nel 2016 a 4,5 milioni oggi) mentre diminuiscono quelle causate dall’inquinamento “indoor” (da 4,3 milioni nel 2016 a 3,8 oggi).  Solo in India e nell’area del Pacifico occidentale avvengono rispettivamente 2 milioni di decessi l’anno. Secondo l’OMS inoltre il 91% di noi respira quotidianamente alti livelli di smog e polveri sottili, e nonostante le numerose raccomandazioni di non superare la soglia consentita, molte megalopoli del mondo come Nuova Delhi o Città del Messico, la superano anche di cinque volte. Nel mondo i paesi più colpiti dai decessi sono India e Cina, seguite da Africa e Mediterraneo orientale (con 500.000 morti). Molto colpiti sono i bambini (le patologie polmonari sono prima causa di morte sotto i 5 anni), mentre le donne sono esposte a causa delle attività domestiche come cucinare con forni a carbone.  Mentre la Cina e il Messico fanno passi avanti sulla riduzione dell’inquinamento (la Cina sta investendo in energie pulite e il Messico vieterà la circolazione di auto a diesel), altri paesi come l’India rimangono ancora indietro e il bilancio delle morti è pesante. In Europa si cerca di contenere azoto e PM10, con sanzioni in arrivo per chi ancora non si adegua alle normative. L’OMS ha indetto per il prossimo autunno a Ginevra una conferenza mondiale sull’inquinamento dell’aria, per sperare di coinvolgere e sensibilizzare quante più persone possibile.

 

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.