Il ciclone Sagar in Somalia

Mentre Città del Capo è alle prese da febbraio scorso con una terribile siccità, altrove nel continente africano si fanno i conti con un ciclone tropicale devastante con venti che viaggiano a 100 km/h. Il ciclone Sagar, che ha solo due precedenti documentati nella zona (uno registrato nel 1984 e uno nel 2015) è partito dallo Yemen per intensificarsi verso la regione di Awdal e Somaliland per arrivare a toccare Gibuti e Mogadiscio, finite sott’acqua. Il ciclone è risultato catastrofico perché ha inondato zone desertiche, uccidendo capi di bestiame e provocando decine di morti e dispersi. Dopo 17 ore di pioggia ininterrotta, molte case, fattorie con attrezzature, raccolto e bestiame sono state spazzate via completamente, come fanno sapere le autorità (tanto che il presidente del paese ha annunciato lo stato di calamità naturale). Inoltre sono anche esondati alcuni fiumi nel centro sud del paese. L’ONU conta sinora 772.500 persone colpite in qualche modo dal disastro e ben 229.000 sfollati.

DA “ANSA.IT”

A cura di M.B.

Allarme meduse sulle coste italiane

Dall’Istituto di Scienze Marine del Cnr di Foggia arriva l’allarme sulle meduse nelle acque nostrane: in 10 anni sono aumentati gli avvistamenti di meduse di ben 10 volte. Passano attraverso il Canale di Suez, queste specie tropicali, e ormai hanno fatto dei mari italiani la loro casa, grazie alle acque sempre più surriscaldate. Il problema sta nel fatto che a differenza delle specie tradizionalmente presenti nei nostri mari, che tutt’al più “pungono”, le specie tropicali sono pericolose e possono anche provocare la morte. La cosiddetta “Caravella portoghese” e la “Medusa nomade” sono due specie tropicali avvistate tra Sicilia, Calabria e Sardegna e sono entrambe velenosissime.

DA “IL CORRIERE DELLA SERA”

A cura di M.B.

L’innalzamento dei mari? Per i repubblicani americani e’ colpa della caduta dei massi

Il livello del dibattito sul cambiamento climatico in America si sta abbassando sempre di più: ad un’audizione davanti alla commissione Spazio, scienza e tecnologia del Congresso, un ricercatore, Phil Duffy, si è sentito rivolgere la seguente affermazione da parte di Mo Brooks, un parlamentare repubblicano: l’innalzamento del livello dei mari non sarebbe dovuto al surriscaldamento che causa lo scioglimento dei ghiacci, bensì alle pietre trasportate dai fiumi e dall’erosione delle scogliere. Secondo il pensiero a dir poco assurdo del parlamentare, i sassi obbligherebbero le acque a risalire, causando l’innalzamento documentato negli ultimi decenni. Il ricercatore ha educatamente cercato di spiegare al parlamentare come scientificamente tutto ciò non possa incidere nell’arco di pochi decenni. Purtroppo il suo interlocutore pare non abbia recepito, e abbia continuato imperterrito ad esporre le ragioni del negazionismo climatico non con dati scientifici ma attraverso aneddoti improbabili e opinioni personali discutibili.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Uccelli migratori minacciati dal surriscaldamento globale

La popolazione di uccelli migratori sta inesorabilmente diminuendo a causa della distruzione degli habitat, del surriscaldamento che porta a sfavorevoli modifiche di quest’ultimo e della caccia indiscriminata. Il 40% delle specie sono a rischio e ben 200 specie sono passate in pochi anni allo status di “globalmente minacciate”. Numerose specie di volatili, tra cui le nostre amate rondini, non sopravvivono più alla migrazione dall’Africa all’Europa, in quanto il cambiamento climatico sta facendo espandere l’area del deserto sahariano verso sud, dunque il dispendio di energie è sempre maggiore per il viaggio e molti esemplari non ce la fanno. Questa ecatombe va fermata con una maggiore sensibilizzazione nei confronti di queste creature capaci di collegare tra loro ecosistemi tra i più diversi. Purtroppo molto di ciò che è stato fatto è irreversibile e continuiamo imperterriti ad occupare prepotentemente il posto che spetta anche alle altre forme di vita.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Allarme ONU: Nel 2050 il 66% della popolazione mondiale vivrà in città

Il rapporto annuale ONU sulla popolazione mondiale ha sottolineato un problema del prossimo futuro: un sovraffollamento delle grandi città entro il 2050, che rischierebbero così il collasso. La popolazione rurale entro quella data si sarà trasferita quasi completamente nelle grandi città secondo lo studio; sarà il massimo picco di crescita della popolazione. Le megalopoli sono destinate ad aumentare in numero e quasi tutte quelle dei paesi asiatici, con Cina e soprattutto India in testa, saranno talmente popolate da essere pressoché invivibili. Si estenderanno fino ad oltre un terzo in più della loro attuale dimensione. Solo alcune città dell’est Europa manterranno una costante parabola discendente della popolazione, iniziata mezzo secolo fa.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.