L’appello del Papa ai dirigenti delle multinazionali di petrolio e gas

E’ dall’inizio del suo pontificato che Papa Francesco ha espresso preoccupazione per la sorte del nostro pianeta a causa dell’inquinamento causato dall’uomo, e stavolta chiama in causa i dirigenti delle multinazionali di petrolio e gas invitandoli ad un simposio nella Città del Vaticano. Nonostante l’Accordo di Parigi (con ben 196 paesi firmatari), ci si ostina ancora a cercare fonti di combustibili fossili distruggendo così il nostro pianeta con emissioni di gas serra. Questo è il motivo per cui il Papa ha deciso di riunire non solo scienziati e ricercatori, ma anche i vertici delle multinazionali per discutere di una necessaria transizione ad energie pulite. La ricerca di alternative è oggi imperativa ed è per questo che gli amministratori delegati di Exxon Mobil, BP, Royal Dutch Shell, Eni, Pemex ed Equinor si sono incontrati col Papa e grandi investitori come BlackRock e L1 Energy nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. Il pontefice sostiene con determinazione la causa ambientale, asserendo che lo sfruttamento delle risorse non deve più causare il degrado del nostro pianeta, con squilibri che inevitabilmente si abbattono su fauna ed esseri umani attraverso l’inquinamento di aria, acqua e suolo. La nostra “sete” di energia non deve più causare diseguaglianze ne’ danneggiare delicati ecosistemi; il progresso non può più basarsi sulla miseria e l’esclusione sociale dei tanti a beneficio di pochi, e nemmeno sull’avvelenamento delle acque e dell’aria che respiriamo. Il Papa aggiunge che dobbiamo essere consapevoli del fatto che le risorse non sono illimitate e che i danni causati dal nostro uso scriteriato di esse non sono facilmente assorbibili. Il prezzo da pagare è troppo alto, in termini di vite umane e non, dunque bisogna al più presto individuare una strategia globale a lungo termine per una transizione alle energie pulite e accessibili a tutti, perché il cambiamento climatico e l’inquinamento sono problemi che riguardano ognuno di noi.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.