La verde Inghilterra diventa gialla

Gli agricoltori del Sussex ormai chiamano le loro terre la “Sussex savannah”: effettivamente i tradizionali e ben conosciuti prati verdi inglesi si sono inariditi quest’estate, con una calura e siccità che fanno registrare un record negativo dal 1961. Questa settimana in Gran Bretagna si toccheranno i 35 gradi e non si vede pioggia da ben due mesi (!), cosa che fa dell’estate 2018 la più arida dalla seconda metà del 1700. L’allarme diramato è arancione, ovvero quasi di emergenza nazionale: gli abitanti sono stati invitati a stare il più possibile in casa e nascondere gli oggetti in vetro dalla luce solare per evitare incendi. Le foto satellitari riportano la situazione di drammatica siccità delle campagne: dove a nord della Manica si era abituati a vedere una macchia verde, se ne estende una gialla. Gli agricoltori e gli allevatori sono disperati per la carenza delle risorse idriche, tanto che si è arrivati al punto di bandire l’uso delle pompe da giardino. Alcuni stagni dell’Inghilterra centrale sono rimasti all’asciutto, mentre parti di fiumi non sono più navigabili a causa della siccità. I meteorologi prevedono che la situazione continuerà, con temperature di dieci gradi sopra la media stagionale. Gli unici ad esultare sono gli archeologi: con la siccità siti preistorici e rovine romane stanno affiorando per assenza di vegetazione e sono nettamente più visibili dai satelliti.

DA “IL CORRIERE DELLA SERA”

A cura di M.B.

Il nostro cervello subisce gli effetti dell’inquinamento

L’inquinamento dell’aria non è solo un problema per i polmoni, ma anche per il cervello: studi scientifici pubblicati di recente hanno messo in relazione diretta la qualità dell’aria con malattie cerebrovascolari e neurodegenerative. Per questo motivo il “World Brain Day” del 2018 è dedicato alla riflessione sull’inquinamento dell’aria, che ha un impatto sulla salute della nostra mente. Il responsabile della sezione di medicina ambientale della World Federation of Neurology spiega come il contenuto dell’aria, composto di un mix di pollini, spore e sostanze tossiche prodotte dall’uomo, possa nuocere al cervello. Ben 9 esseri umani su 10 respirano quotidianamente aria inquinata, che causa il 10% delle morti ogni anno nel mondo (si parla di circa 9 milioni di persone). Secondo il Global Burden of Disease il 30% degli ictus è riconducibile a sostanze inquinanti nell’aria. Assimiliamo gli inquinanti attraverso le vie respiratorie e quelle alimentari: così si scatenano risposte infiammatorie che raggiungono il cervello attraverso il flusso sanguigno e il tratto respiratorio superiore. In tale modo si innescano potenziali patologie neurodegenerative; persino il microbiota intestinale, se danneggiato da inquinanti, può influire negativamente sulla salute del cervello. L’elenco di possibili problemi legati all’inquinamento è lungo: aterosclerosi, stress ossidativo, aumento della pressione, problemi cardiaci, ecc. A livello delle cellule gli inquinanti interagiscono con i mitocondri e il DNA stesso. Di questo dovranno iniziare ad essere consapevoli politici e amministratori, oltre che i cittadini.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

Chi finanzia le lobby negazioniste

La donna più ricca d’Australia, la 64enne miliardaria Gina Rinehart, arrichitasi a capo della più grande industria mineraria del suo continente, la Hancock Prospecting (ereditata dal padre), fa “beneficenza” a sostegno di un think tank che promuove lo scetticismo sul cambiamento climatico. La corte di New South Wales, che indaga sulla Rinehart per conto della figlia della stessa, ha scoperto che tra il 2016 e il 2017 la magnate del carbone fossile ha finanziato con 4,5 milioni di dollari l’Institute of Public Affairs (il think tank sopra citato). Rinehart, da sempre nota per le sue tesi negazioniste, finanziava lei stessa una serie di studi dell’IPA di questo tenore, grazie anche ai fondi di altri donatori anonimi. Nel 2017 uno studio dell’IPA conclude che la maggior parte del riscaldamento globale è dovuto a variazioni naturali. Uno studio definito dalla NASA e non solo, “imbarazzante”. L’IPA sponsorizza anche i tour di un deputato britannico dell’UKIP (anch’egli negazionista). L’IPA diceva di essere finanziata da individui per il 91%, ma si scopre che i 4,5 milioni di Rinehart coprono i 2/3 del fatturato. Pare proprio che Rinehart con ciò abbia fatto un vero e proprio investimento più che beneficienza.

DA “IL CORRIERE DELLA SERA”

A cura di M.B.

Temperature record in Scandinavia

La Scandinavia è interessata in questi giorni da un’ondata di calore più unica che rara, con picchi di 35 gradi registrati ad Uppsala ed Helsinki. Un meteo impressionante, che crea non solo occasioni di svago, ma anche problemi: nelle case non vi è mai stato il bisogno di climatizzatori e dunque molti anziani sono stati colti di sorpresa dalla calura e molti sono deceduti. Oltre a ciò vi sono gli incendi boschivi, purtroppo sempre più estesi per l’aridità. Ben 80 sono i roghi segnalati nelle foreste svedesi, mentre 4 cittadine sono state evacuate; sono arrivati soccorsi dalla Norvegia e dall’Italia. Le temperature sono di dieci gradi sopra la media, mentre le precipitazioni sono sette volte inferiori alla media stagionale. Studi recenti hanno sottolineato come le zone temperate del globo stiano in generale subendo estati molto calde ed inverni molto rigidi, con un rallentamento della circolazione atlantica meridionale a causa del cambiamento climatico, un circolo vizioso in cui l’effetto serra è protagonista.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Siccità in Arizona

E’ emergenza siccità nello stato americano conosciuto anche per i suoi cavalli selvaggi che corrono da sempre liberi sui pendii delle Grey Mountains; gli splendidi quadrupedi soffrono per la mancanza di risorse idriche e si presentano deboli e disidratati. Non manca solo l’acqua però, manca anche il cibo per la scarsa presenza di vegetazione. Così Glenda e Paul, due abitanti della zona, hanno deciso di allestire un abbeveratoio di fortuna, una grande vasca perché i cavalli potessero bere, e presto, dopo la pubblicazione di una foto su Facebook, la notizia si è diffusa. Grazie a tutto ciò ora molti vicini si sono attrezzati allo stesso modo, e alla porta della coppia si sono presentati numerosi volontari per dare una mano. La stessa associazione no profit Wild Horse Ranch Rescue si è interessata al coordinamento dei volontari. I poveri cavalli sono ridotti a scheletri viventi per mancanza di acqua e cibo, ma grazie al sostegno di molti volontari, stanno ricominciando a recuperare la salute. Solo dopo aver bevuto ininterrottamente per settimane le povere bestie hanno iniziato a reagire agli stimoli e a mangiare.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.