Calano investimenti nelle rinnovabili

Gli investimenti sulle rinnovabili a livello mondiale sono calati del 7% nel 2017, mentre risalgono quelli per il gas naturale. I dati provengono dall’Agenzia Internazionale per l’Energia, che attribuisce tutto ciò al calo degli investimenti di Pechino nel fotovoltaico (la Cina rappresenta il 40% degli investimenti in solare). C’è un calo anche negli investimenti per l’efficienza energetica. Il risultato è che il carbone fossile rappresenta il 59% del mix energetico internazionale, che dovrebbe scendere al 40% nel 2030, dunque un dato fortemente negativo per il progetto di transizione alle energie pulite.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Consumo del suolo in Italia

Il consumo del suolo in Italia aumenta nel 2017, mentre si perde sempre più superficie naturale: l’equivalente di due piazze Navona viene costruito ogni due ore, mentre ogni secondo vengono cementificati due metri quadrati di territorio. Il consumo del suolo è particolarmente intensificato nel Nord-Est del paese, a danno di aree protette, coste e corsi d’acqua. Il costo della cementificazione selvaggia è di due miliardi all’anno e comprende perdita di ecosistemi, perdita di produzione agricola e di legna: sono questi i dati del rapporto ISPRA 2018. Quasi un quarto del consumo di suolo avviene in aree paesaggisticamente protette e il 64% si deve alla presenza di cantieri e terra battuta pronta ad ospitare nuove infrastrutture ed edifici-non necessariamente abusivi. I nuovi edifici rappresentano il 13% ca. del territorio vincolato perduto nel 2018. Decine di migliaia di ettari nei Monti Sibillini e nel Parco del Gran Sasso sono stati impermeabilizzati per costruzioni progettate a seguito dei fenomeni sismici degli ultimi anni e preoccupa il fatto che nel 6% dei casi, nel 2017 le trasformazioni siano avvenute in aree a pericolo frana, e nell’oltre 15% dei casi in aree a rischio idrico medio/alto. Il consumo di suolo è più intenso nelle aree al di sotto dei 300 m (nell’81,7% dei casi), nelle aree costiere, quelle a rischio idraulico e in quelle a vincolo paesaggistico. Tra queste il Parco nazionale del Vesuvio, della Maddalena e del Circeo. A livello provinciale è però il centro-nord ad avere il record negativo 2017, con il comune parmense di Sissa Trecasali in testa, a causa del cantiere dell’autostrada Tirreno-Brennero. Molti piccoli e medi comuni si trovano con percentuali di territorio cementificato di oltre il 50-60% (in provincia di Napoli si arriva anche a oltre il 90%). La Lombardia e il Veneto sono in testa per incremento di aree edificate, insieme alle altre regioni del nord fino all’Emilia Romagna. Le regioni meno interessate da questo fenomeno quest’anno sono state la Valle d’Aosta insieme alla Basilicata e al Molise. Il WWF commenta a ragione che dopo aver rovinato la fascia costiera e reso irriconoscibile l’interno, ora la cementificazione selvaggia inizia ad accanirsi contro le aree vincolate più preziose per il nostro paese.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Groenlandia: si stacca iceberg grande 1/3 di Manhattan

Alcuni scienziati della NY University hanno filmato il momento in cui un iceberg ampio sei km si è staccato da un ghiacciaio in Groelandia. Questo fenomeno, chiamato “calving” è causa dell’aumento del livello dell’acqua. Gli scienziati stanno studiando da una decina d’anni i cambiamenti di temperatura e di livello dell’acqua in Groenlandia, e questo video riassume in 90 secondi l’esito di un processo di distacco partito solo circa un mese fa.

DA “IL CORRIERE DELLA SERA”

A cura di M.B.

Giappone: 124 morti per l’alluvione

La zona centro occidentale del paese è da giorni flagellata da piogge incessanti, che hanno causato centinaia di morti e molti dispersi, per la cui salvezza si sta correndo letteralmente contro il tempo, come dice il premier Shinzo Abe. Decine di migliaia di uomini stanno coordinando le operazioni di soccorso e di collocamento per gli evacuati, che sono 5,9 milioni in 19 diverse prefetture. Dove le tempeste hanno colpito più duramente, la gente si è dovuta rifugiare sui tetti, per poi essere soccorsa da imbarcazioni ed elicotteri, mentre le case finivano sott’acqua a migliaia e i trasporti pubblici sono andati completamente in tilt, tanto che forse ci vorranno mesi per ripristinare alcune tratte. Persino produttori di auto come Mazda e Daihatsu hanno chiuso le loro fabbriche per mancato arrivo dei pezzi di ricambio e per la difficoltà per i dipendenti di raggiungere il posto di lavoro.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Il Congo autorizza triivellazioni per il petrolio in aree protette

Il momento temuto è arrivato: purtroppo il governo congolese ha dato il via libera alle compagnie petrolifere per la trivellazione nei parchi nazionali di Virunga e Salonga (quest’ultima è la seconda maggiore foresta pluviale nel mondo). I parchi sono abitati da numerose specie vegetali ed animali protette, come elefanti, pavoni e il famoso gorilla di montagna, che oltretutto è a rischio estinzione. Il parco Virunga sarà in parte “declassato” dal governo ad area non protetta, tutto ciò a beneficio delle multinazionali e a danno dell’ecosistema, per il quale gli ambientalisti si sono battuti senza risultato. Un quinto del Virunga sarà dunque aperto alle trivellazioni. La decisione ha suscitato la generale riprovazione della comunità scientifica, ambientalista e non solo su tutti i social. Purtroppo, secondo il biologo Daniel Schneider, c’erano già delle avvisaglie di ciò che sarebbe successo: infatti poco prima il parco Virunga era stato chiuso al pubblico fino al 2019 a causa di un rapimento e un attacco ai rangers. Ma a posteriori tutto questo suona come una scusa per sottrarre il parco all’attenzione generale. Il pericolo delle trivellazioni non interessa solamente la fauna, ma anche noi esseri umani, in quanto l’anidride carbonica liberata durante i lavori contribuirà ulteriormente al surriscaldamento globale. Il governo congolese cerca maldestramente di rassicurare sul fatto che la fauna e l’ecosistema saranno protetti, ma già si vedono bracconieri col fucile in mano aggirarsi per le foreste pronti a depredarle dei loro abitanti.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.