I ghiacci si rompono e si aprono nuove rotte nell’Artico

Le navi cargo utilizzate come rompighiaccio dai colossi della navigazione come Maersk Line stanno sempre di più addentrandosi nell’Artico, dove ormai lo strato di ghiaccio è sempre più sottile o assente. Il rialzo fino a 30 gradi delle temperature del circolo polare artico ha portato la compagnia danese ad annunciare una nuova rotta a nord della Russia, una potenziale rotta “rivale” per il Canale di Suez attraverso il quale tradizionalmente avvengono i commerci marittimi tra Asia ed Europa. Tuttavia la riduzione di una o due settimane dei tempi di viaggio tra i due continenti ha un costo più elevato. Il passaggio sarebbe consentito solo nei mesi estivi, ma le temperature calde e i ghiacci sempre più radi stanno rendendo l’estate ben più lunga di una volta in quelle zone. I passaggi a nord est (costeggiando la Siberia) e a nord ovest (costeggiando l’Alaska) rendono di 10-12 giorni più breve la navigazione Asia-Europa rispetto a Suez, ma sinora queste soluzioni erano praticabili per non più di 2-3 mesi l’anno: ora, col cambiamento climatico, potrebbe non essere più così, e le compagnie si preparano. La risposta della Cina a questa situazione sarebbe invece un rivoluzionario passaggio marittimo che dallo stretto di Bering punta direttamente in Islanda, una sorta di “transpolare”, che ridurrebbe i tempi di addirittura due terzi rispetto a Suez. Nell’ambito dei commerci equivarrebbe ad una nuova scoperta dell’America, ma non si sa quanto ciò possa far bene all’ambiente invece.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

India: oltre 370 morti nelle inondazioni

Lo Stato del Kerala nel sud-ovest dell’India è flagellato da giorni da piogge incessanti che hanno causato centinaia di decessi, oltre a circa 220 mila sfollati, 10 km di strade distrutte e centinaia di case spazzate via. Tutti i mezzi militari disponibili, dell’aviazione, della marina e dei vigili del fuoco sono stati impiegati nel salvataggio delle persone intrappolate nelle case allagate, a volte insieme ad animali domestici dai quali giustamente non si vogliono separare (eclatante il salvataggio di una signora e dei suoi 25 (!) cani da parte della Humane Society International, ente che tutela gli animali). Medici, vigili ed esercito sono affiancati da pescherecci locali nelle operazioni di ricerca e salvataggio, mentre sui social si scatenano appelli (anche in forma video) di persone disperate. Il servizio di elettricità e le comunicazioni sono interrotte, l’aeroporto chiuso fino al 26 agosto. Le autorità temono chiaramente un protrarsi della situazione e invitano la popolazione a tenersi pronta ad evacuare le proprie abitazioni.

DA “Il Corriere della sera”

A cura di M.B.

Il più vasto incendio della storia della California

L’incendio più terribile della storia della California ha già un nome: Medoncino Complex, perché originato il 27 luglio nei pressi di Medoncino, nel nord dello Stato, ed è composto da ben due fronti iniziali che si sono incontrati generando un inferno di fuoco che ha distrutto 114.850 ettari di terreno (estensione pari alla città di Los Angeles). Gli stessi vigili del fuoco della Cal Fire sono rimasti sconcertati dalla potenza dell’incendio, che non ha accennato a diminuire nemmeno nelle ore notturne, in cui di solito le fiamme si placano. L’alta pressione con conseguente clima caldo e arido ha creato le condizioni perfette per la propagazione del fuoco, insieme a forti venti. L’aridità e le scarse precipitazioni sono ormai una costante dal 2012, tanto che quattro dei cinque incendi più devastanti della storia dello Stato sono avvenuti appunto dopo questa data. Trump è intervenuto con un tweet per commentare la situazione, sostenendo che il piano ambientale della California fosse carente in quanto la legge non consente di utilizzare le risorse d’acqua prontamente disponibili per combattere l’incendio. La risposta dalla California non si è fatta attendere: l’acqua c’è e in buone quantità, ma la colpa di questi eventi è il cambiamento climatico, che va affrontato e non negato.

DA “La Repubblica”

A cura di M.B.

La siccità nel Lago Maggiore

La carenza di piogge e il caldo hanno fatto sì che il Lago Maggiore inizi a perdere 3 cm al giorno di acqua, ovvero 6 miliardi di litri al giorno. Il livello è poco oltre lo zero idrometrico e tutto ciò si ripercuote sui trasporti da e per le isole in mezzo al lago. I temporali sparsi previsti su Lombardia e Piemonte nei prossimi giorni però non basteranno a riempirlo. Il grido d’allarme è lanciato dall’Associazione nazionale dei consorzi per la tutela dell’ambiente e del territorio, che ha osservato crisi idriche ormai in tutte le regioni del nord, comprese Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Ad aggravare la situazione dei laghi c’è anche la cementificazione a ridosso di essi e lo sversamento di rifiuti.

DA “Il Corriere della sera”

A cura di M.B.