Fotovoltaico domestico in crescita in Italia

Il numero di impianti rinnovabili in Italia non raggiunge lontanamente gli obiettivi UE sulla CO2, ma in compenso, nonostante la frenata dell’eolico e del fotovoltaico in generale (in agricoltura, industria e terziario), si registra un aumento di impianti di autoproduzione energetica in case private. Sono piccoli impianti, la cui diffusione è in controtendenza rispetto al resto del fotovoltaico: nel 2017 è stata infatti registrata una crescita del 10% (89 megawatt). Nel 2017, dei 774.014 impianti fotovoltaici installati in Italia, ben l’81% è stato installato nelle case, mentre la maggior potenza è relativa al settore industriale. I 24,4 terawatt ora che l’Italia ha prodotto nel 2017 nel fotovoltaico, sono ancora insufficienti per sostituire gli impianti produttivi a combustibili fossili, ma l’autoconsumo è decisamente la nuova frontiera, costituendo il 58% della nuova potenza installata nel 2018.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Il Monte Bianco subisce sbalzi termici

Caldo anomalo e siccità stanno facendo sì che i percorsi tradizionali di alpinismo sul Monte Bianco siano totalmente stravolti; ormai le frequenti frane, accompagnate da boati, quasi dolorosi lamenti della montagna, stanno cambiando il paesaggio sia sul versante francese che quello italiano. Creste frastagliate spettacolari che perdono sassi, come è accaduto per il Trident du Tacul a più di 3000 metri, poco dopo il crollo della cresta “des Cosmiques”. I ghiacciai della Valle d’Aosta sono ormai in inesorabile regresso a causa di sbalzi termici fino a 30 gradi; le nevicate che poi si sciolgono fanno sì che l’acqua si infili nelle fessure delle pietre, che dopo una nuova gelata aumentano di volume e si staccano, causando il crollo. Settembre di solito è il mese adatto per l’arrampicata ad alta quota, ma oggi le guide alpine sconsigliano tale attività per un alto rischio frane.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

Medicane: il ciclone del Mediterraneo

La fusione tra la parola Mediterranean e Hurricane potrebbe trarre in inganno: Medicane non è un vero e proprio uragano, ma una specie di ciclone simil tropicale che si abbatterà con mareggiate e forti venti sulle coste dell’Italia meridionale. Nel Mediterraneo non potrebbe formarsi un uragano, in quanto servirebbe un mare a 26-27 gradi centigradi in profondità, mentre nel Mare Nostrum queste temperature esistono solo in superficie. Tuttavia le prime correnti fredde, scontrandosi con l’acqua calda potrebbero generare fenomeni simili agli uragani ma di minore intensità (i venti raggiungerebbero “solo” i 100/150 km/orari, pari ad un uragano di tipo 1 in una scala di 5).

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

L’Italia si scalda

L’European Data Journalism Network, un consorzio giornalistico, ha raccolto 100 milioni di dati meteorologici dal 1900 al 2017 accertando l’aumento di temperature in Europa e dunque anche Italia di quasi un grado nel XXI secolo rispetto alle medie del secolo precedente. Satelliti, stazioni meteo, boe e sonde aerostatiche sono alcune delle fonti fornite dal European Center for Medium Range Weather Forecasts, che ci permettono uno sguardo sul lungo periodo; i dati però non tengono conto di microclimi ed isole di calore, che fanno sì che le temperature analizzate per le varie città (di cui 54 italiane) debbano essere ritoccate al rialzo di uno o due gradi, ma la tendenza all’aumento della temperatura è il punto innegabile di questi dati.

DA https://lab.gedidigital.it/gnn/ambiente/cambiamento-climatico/

A cura di M.B.

 

Ghiacciai sciolti sul Monviso e caldo anomalo sul Gran Paradiso

“Nimbus”, rivista e sito web della Società Meteorologica italiana, ha registrato i cambiamenti drammatici nel paesaggio di montagna nelle Alpi Marittime: dopo l’estate più calda mai registrata, e nonostante uno degli inverni più nevosi del Terzo Millennio, le superfici glaciali svaniscono a vista d’occhio. Ancora mezzo secolo e le nostre montagne ci offriranno uno spettacolo lunare. Se sul Monviso sono rimasti ormai solo piccolissimi ghiacciai, anche il Gran Paradiso offre uno scenario desolante: il ghiacciaio di Ciardoney, in Val Soana, a lungo monitorato da scienziati del calibro di Luca Mercalli, dal 1972 è regredito di ben 450 m.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.