Boom di estrazioni e vendite: il ritorno del carbone minaccia l’accordo di Parigi

Nella prima metà del 2017 la produzione e utilizzo di combustibili fossili è aumentata in tre delle nazioni che si erano impegnate sottoscrivendo l’accordo di Parigi: Cina, India e Stati Uniti. La tendenza al calo della produzione di carbone si era registrata a partire dal 2012 (secondo la compagnia britannica Bp), favorita da produzione di gas naturali a prezzi economici e sviluppo delle rinnovabili, una tendenza che si è bruscamente invertita con un incremento del 6 % della produzione totale rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con l’impennata più significativa data dagli Usa, con 19 % in più, seguita da Cina e India al 4 %. Gli Stati Uniti, ormai fuori dall’accordo di Parigi per scelta del presidente Trump, che ha deciso di assecondare in questo modo il suo elettorato, dovranno fare i conti non solo col mercato, ma anche con il G20 organizzato ad Amburgo dalla cancelliera Merkel per il 7 e 8 Luglio, la quale ha proposto un’agenda con al centro temi come l’ambiente, il libero commercio e le migrazioni, in forte contrapposizione con Trump. Tuttavia, i veri effetti delle nuove politiche americane non sono ancora osservabili. Se Cina e India invece, formalmente all’interno dell’accordo, dovessero violare i limiti auto-imposti, l’intesa di Parigi sarebbe al capolinea, senza speranze di raggiungere l’obiettivo (già al limite dell’utopia) fissato nel 2015. E’ possibile che si tratti, per questi due paesi, di una tendenza temporanea, volta ad utilizzare il carbone fossile per esigenze immediate (in India il problema dell’elettricità per i cittadini) o perché vi è ancora tempo per applicare gli standard (è il caso della Cina, che ha tempo fino al 2030). La Cina, d’altro canto, punta ad una leadership mondiale nel settore delle rinnovabili e al G20, insieme all’India, è intenzionata a confermare il proprio impegno. Se India e Cina manterranno la promessa, forse Trump sarà isolato, mentre se questo aumento di produzione del carbone fossile rivelasse le vere intenzioni delle due potenze asiatiche, l’accordo sarà messo in discussione.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

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