Un miliardo di rifugiati climatici entro il 2050

Il rapporto Lancet Countdown ha stimato un miliardo di rifugiati climatici entro il 2050; dato sconvolgente che ci ricorda come tanti migranti facciano parte della categoria di coloro che fuggono da un clima che ormai ha reso pressoché invivibili i loro paesi. Tifoni, alluvioni e carestie hanno messo in ginocchio popolazioni con un’ampia maggioranza di individui che vivono sotto la soglia della povertà in Africa e Asia ma anche in Oceania, dove le Fiji sono ormai sotto la minaccia di inabissamento. Non sono solo Ong e ambientalisti ad affrontare queste tematiche ma anche esperti delle forze armate e della sicurezza di paesi come gli USA; se la situazione dovesse peggiorare (e questa è purtroppo la tendenza) si potrebbero avere 10-20 milioni di rifugiati climatici nei prossimi anni, provenienti prevalentemente dall’Africa, che provocherebbero tensioni economiche e sociali inimmaginabili. Se pensiamo che la situazione di oggi sia difficile ci sbagliamo di grosso. Le conseguenze si vedranno anche sul piano della salute: le ondate di calore e l’inquinamento oltre alle nuove malattie tropicali veicolate dalle zanzare contribuiranno al peggioramento della salute generale. Per sperare in un futuro meno cupo bisogna partire immediatamente con serie politiche di decarbonizzazione e spendendo in misure di adattamento e mitigazione dove non si può fare in altro modo. Si discuterà a Bonn, dove si svolgerà COP23, anche di una sorta di polizza globale contro il cambiamento climatico e soprattutto le sue catastrofi, per impedire a chi le subisce di essere costretto ad emigrare.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

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