Ozono: buco chiuso ai poli ma nel resto del pianeta la situazione peggiora

Nel 2016 era arrivata la buona notizia della riduzione del 20% dell’estensione del buco dell’ozono dal 2005, ma un’innovativa tecnica satellitare utilizzata da un team mondiale di scienziati ha ridimensionato l’ottimismo: infatti, mentre ai poli lo strato di ozono pare in crescita, a latitudini inferiori, ovvero le aree più popolate del pianeta (tra latitudine 60 Nord e 60 Sud), la situazione sembra molto diversa. Una serie storica di misurazioni dell’oscillazione dell’ozonosfera a partire dal 1985 ha constatato che i livelli di ozono sono diminuiti globalmente, ma peggiorati alle latitudini più popolate e colpite da raggi Uv (dunque la situazione è potenzialmente più pericolosa che il buco dell’ozono ai poli). Le cause di questo problema vanno ricercate nei cambiamenti climatici degli ultimi anni e nelle sostanze inquinanti dette VSLS (very short lived substances), che vengono prodotte in quantità crescente nelle attività umane e il cui impatto è probabilmente sottostimato (o non studiato) per quanto riguarda gli effetti sull’ozonosfera. Vanno ancora inoltre accertati i potenziali rischi per la salute umana e la sopravvivenza degli ecosistemi terrestri.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

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