L’acqua sta per finire in Sudafrica

Dobbiamo a Marco Tedesco, uno scienziato italiano, richiami seri e significativi sul riscaldamento climatico, come quello apparso su La Repubblica del 14 febbraio, sul drammatico rischio di esaurimento delle risorse idriche del Sudafrica. Sulla base delle informazioni fornite da Landsat-8 (l’ultimo di una lunga serie di satelliti lanciati per monitorare lo stato del nostro Pianeta) risulta che circa quattro milioni di cittadini di Città del Capo rischiano di rimanere senza acqua. Si prevede così che il giorno in cui tali residue risorse saranno riservate solo a “ospedali e  strutture di base”, è ormai vicino: “secondo gli esperti, non più tardi di metà di maggio. Infatti la riserva più grande della città, secondo i dati dei satelliti, si è ridotta a un quarto negli ultimi tre anni a causa della riduzione delle piogge in questo stesso periodo. Le conseguenze del razionamento saranno ad ogni livello, in particolare a livello sanitario quando possono verificarsi, specie nel periodo febbraio-maggio, esplosioni “ di germi e malattie ad esse associate che portano a casi di colera, epatite A e tifo legati alle condizioni igieniche”. Tedesco, nel rappresentare tale situazione che testimonia come i processi del surriscaldamento climatico non sono un’opinione ma una terribile realtà, non manca di richiamare l’urgenza conseguente del problema  dei rifugiati climatici e delle vittime dei disastri ambientali, che ancora non vengono riconosciuti, fra coloro che sono costretti ad abbandonate la propria terra.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di D.C.

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