Cambiamento climatico: le specie a rischio nel Mediterraneo

Uno studio condotto dal WWF insieme alle università di East Anglia e l’australiana James Cook University, ha lanciato l’allarme sul possibile dimezzamento delle specie autoctone del Mediterraneo entro il 2100 se non si ridurrà drasticamente l’inquinamento di CO2. L’alimentazione e la riproduzione di alcune specie di tartarughe (tartaruga verge, caretta e tartaruga liuto) sono molto condizionate dalla temperatura: se dovessero esserci degli aumenti, nei luoghi di nidificazione, i piccoli potrebbero non sopravvivere oppure nascere solo femmine, in quanto i maschi nascono solo nelle zone più fresche dove vengono deposte le uova. Inoltre i livelli delle maree, o del mare stesso e gli eventi meteorologici estremi potrebbero danneggiare i luoghi di nidificazione, con conseguente impossibilità per le tartarughe di deporre le uova al sicuro. I cetacei invece rischiano di non poter nutrirsi del krill, un piccolo crostaceo che attualmente al limite della propria tolleranza ecologica ed è probabile che subisca gli effetti negativi del cambiamento climatico assieme ai suoi predatori. A loro volta tonni, razze, squali ed altre specie verrebbero colpiti nelle loro catene riproduttive e alimentari con conseguenze distruttive per l’ecosistema.

DA “IL CORRIERE DELLA SERA”

A cura di M.B.

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