Il “respiro” degli oceani e il global warming

Il movimento degli oceani con le maree genera un campo magnetico, più debole rispetto a quello terrestre (di 20.000 volte per la precisione) ma misurabile grazie a satelliti. L’Agenzia spaziale europea ha per la prima volta mappato il magnetismo degli oceani, e nonostante il suo “respiro” sia sfuggente, ci può dire molte cose sulla dinamica del global warming. Il segnale delle maree oceaniche è rilevato dalla superficie al fondo, una novità. I satelliti della missione Swarm misurano come un elettrocardiogramma il “battito” delle onde dell’oceano: riusciremo a capire come si diffonde il calore, come viene assorbito, distribuito ed immagazzinato nelle profondità. I satelliti hanno anche consentito di mappare la litosfera magnetica, ovvero i segnali delle rocce terrestri, sempre più deboli rispetto al magnetismo del nucleo, ma oggi rilevabili: si riveleranno un tassello fondamentale per comprendere il nostro passato e il nostro futuro.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B

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