I nuovi profughi del clima

Il cambiamento del clima sta diventando una delle cause di migrazione dei popoli da luoghi in cui siccità, alluvioni e carestie fanno e faranno sempre di più muovere le persone quasi quanto guerre e povertà: questo è l’allarme lanciato dall’ecologista Jeffrey Sachs dal meeting internazionale su “Giustizia ambientale e cambiamenti climatici” a Roma. L’ecologista dell’Earth Institute della Columbia University, impegnato sin dagli anni ’90 a contribuire alla consapevolezza sui cambiamenti climatici, stima che circa 250 milioni di persone emigreranno nei prossimi anni a causa di condizioni meteorologiche estreme. Gli impegni presi negli anni ’90, sottolinea Sachs, tra cui il protocollo di Kyoto, sono stati disattesi e rifiutati da paesi come gli Stati Uniti e la Cina, da soli responsabili di milioni di tonnellate di emissioni di CO in più rispetto alla soglia prevista. Senza una regolamentazione e un taglio netto di queste emissioni, esse cresceranno fino al 8 % in più entro il 2030 (stima L’Agenzia internazionale per l’Ambiente), con effetti drammatici specialmente per i paesi più svantaggiati, dai quali sempre più persone emigreranno.

A cura di M.B.

DA “LA STAMPA”

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