La terra non si governa con l’economia

La comunità scientifica internazionale nel corso degli ultimi vent’anni ha compiuto grandi passi attraverso ricerche nazionali ed internazionali sul tema della sostenibilità ambientale, producendo numerosi e rigorosi articoli e studi che ci fanno capire come l’essere umano debba sviluppare (e in fretta) una consapevolezza in materia dei limiti fisici e delle risorse del nostro pianeta, prima di renderlo un luogo ostile per la nostra sopravvivenza. Dal 2008, anno della crisi economica, si sono delineati sempre di più i problemi che affliggeranno l’umanità: l’esaurimento di risorse petrolifere e minerarie, il riscaldamento globale, la perdita di biodiversità, l’inquinamento e l’accumulo di rifiuti tossici, la crisi idrica e la distruzione di suolo fertile (solo per citarne alcuni). Il dominio culturale delle vecchie idee della crescita economica materiale inarrestabile ed infinita, è duro a morire, tanto che anche di fronte a problemi così pressanti, la risposta dei governi è sempre la stessa: accrescere consumi e competitività. Oggi ci ritroviamo davanti ad una minaccia alla nostra sopravvivenza, tuttavia ancora i potenti della terra si ostinano a negare e minimizzare i problemi inerenti alla realtà fisica del mondo, che non può essere sfruttato e depauperato all’infinito senza subirne le conseguenze devastanti. Bisogna avere il coraggio di rompere la cortina d’indifferenza e guardare negli occhi la grande sfida ambientale e aprire un confronto rigoroso e documentato con tutte le discipline che riguardano i fattori fondamentali che consentono la vita sulla terra-i flussi di energia e di materia-e non soltanto i flussi di denaro.

A cura di M.B.

DA “NIMBUS”

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