Squilibri nell’atmosfera

L’atmosfera è oggi sconvolta nella sua composizione che durava ormai da lunghi anni e secoli, tanto che ci appariva erroneamente una regolarità, una costante. Quella che ci interessa più da vicino, la troposfera, ravvolge la superficie terrestre come un manto sottile, di circa 13 km (variabile) sul livello del mare, costruita nei millenni, sotto la cui volta sono concresciute le forme di vita estinte e quelle esistenti. Questo manto, sede di numerosi fenomeni chimici e fisici, ci condiziona dunque vitalmente. Qui si verificano i mutamenti, come gli eventi meteorologici, ed ogni altro fenomeno chimico-fisico, che interessa l’equilibrio planetario. La troposfera comprende il 90% dell’atmosfera, il resto comprende la stratosfera, la termosfera e l’esosfera.

La vita di gran parte degli organismi esistenti, si svolge anch’essa su uno strato molto sottile, terrestre e marino, lo spazio della biocenosi, influenzato sia dall’atmosfera che dalla componente litosferica, in tutte le sue componenti geofisiche. Nelle pieghe e nelle nicchie di questo spazio, cioè la crosta terrestre con la sua superficie, che comprende anche i mari, e con i suoi 40 km di profondità, vivono le popolazioni degli esseri viventi, in continua co-evoluzione.

E’ un sistema di grandiosa complessità, che garantisce, quando è in equilibrio, il variare della temperatura entro una gamma che rende possibile lo sviluppo della biocenosi, cioè la parte vivente di un ecosistema. Ciò avviene con l’eliminazione dell’anidride carbonica in eccesso, attraverso la produzione delle biomasse vegetali, e la liberazione ad opera di queste, dell’ossigeno per la nostra esistenza; con il filtraggio delle radiazioni solari ultraviolette, attraverso lo strato dell’ozono, così pericolose per la nostra salute; con la riflettenza e il filtraggio dei raggi X, e di altre radiazioni solari, nonché delle emissione elettromagnetiche di origine solare; e con numerose altre funzioni, sulle quali non possiamo dilungarci, tutte indispensabili alla nostra vita.

La sua composizione chimica-fisica risulta dunque essenziale alla sua funzione riflettente e filtrante. E noi come utenti privilegiati di questi suoi servizi vitali, dovremmo essere i più interessati a preservarne, a lungo, almeno per quanto ci riguarda direttamente, il suo stato di equilibrio dinamico. Non è avvenuto così e non avviene tuttora. Sicché col nostro comportamento irrazionale, ma, a questo punto, sulla base degli ultimi dati, dobbiamo dire folle, abbiamo squilibrato profondamente questa composizione ed abbiamo innescato fattori di retroazione che sono alla base dei temibili mutamenti climatici. Questi a loro volta, in necessaria correlazione, sono forieri di altri squilibri fisico-chimici e biologici. La Terra, nella sua dinamica, stabilisce con il suo manto atmosferico un rapporto di combinazione trofico di varia natura, che la rende un patrimonio comune planetario, nella buona o nella cattiva sorte.

Fra tutti gli altri gas ad effetto serra, la concentrazione dell’anidride carbonica è il fattore che maggiormente condiziona la temperatura. Nell’ultimo mezzo secolo si è accertato, che per effetto soprattutto della rivoluzione industriale e dello stesso aumento demografico, sono stati introdotti coefficienti quantitativi nuovi, come la combustione di carbone e petrolio, nella produzione energetica, nei trasporti e nel riscaldamento domestico, che hanno aumentato, oltre misura, la concentrazione della CO2. Questa che per millenni, come risulta dai carotaggi del ghiaccio dell’Antartide, si era mantenuta su 280 ppm, nel 1958 risultava di 314 ppm, nel 1974 raggiungeva le 334 parti per milione, al presente sembra avere superato 400 ppm. In brevi tempi storici, dunque, essa è aumentata in maniera significativa. E questo avveniva, occorre sottolinearlo, prima della Conferenza di Parigi[i]. Oggi, come comunica l’Osservatorio di Mauna Loa alle Hawaii, la più antica stazione di rilevamento della CO2, sono state registrate, il 18 aprile 2017 le 400 pp, e il 26 aprile le 412 ppm. L’Agenzia britannica per la meteorologia (Met Office) aveva previsto questo record per maggio. Secondo climatologi delle più importanti agenzie del clima, “l’aumento medio della temperatura del pianeta viaggia verso i 3 gradi, anziché verso l’1,5-2 gradi, previsti a Parigi, oltre i quali il surriscaldamento può provocare, secondo la comunità scientifica mondiale, effetti devastanti”.

Che l’effetto indotto dell’aumento della temperatura si sia verificato, oltre i dati previsti, ce lo confermano, al di là di ogni calcolo, le notizie sullo scioglimento dei ghiacciai, sia nel nostro paese che a livello dei poli. Tale scioglimento, avviene con una velocità superiore a quella prevista. La climatologia ha conosciuto un notevole sviluppo negli ultimi tempi, sospinta dalla scoperta dell’effetto serra, pur senza essere finanziata a dovere.

“La scienza moderna ha un accesso senza precedenti agli ‘archivi’ del clima della Terra sotto varie forme – i sedimenti dei mari e dei laghi e delle torbiere, le carote di ghiaccio prelevate in profondità dalla Groenlandia o dai ghiacciai montani, e gli anelli di crescita degli alberi, per citare solo alcuni”.
– Brian Fagan [ii]

[i] Alla Conferenza di Parigi COP21 sul clima, del dicembre 2015, 195 paesi hanno firmato il primo accordo universale e vincolante sul clima mondiale, con l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2° rispetto ai livelli preindustriali.
[ii] B. Fagan, La lunga estate, Codice Edizioni 2008

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