Lo scioglimento della neve sulle Alpi

Il rapporto stilato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente uscito di recente segnala una situazione di criticità per quanto riguarda l’arco alpino, in particolare il versante italiano. La neve gradualmente sta sparendo dai paesaggi alpini, sostituita da inverni piovosi che creeranno una sorta di fanghiglia, che aumenterà il rischio slavine. Questo brusco cambiamento climatico, che nelle Alpi danneggerà turismo ed altre attività economiche, è il frutto di un’inesorabile aumento delle temperature, che se nell’emisfero settentrionale è di un grado, sulle Alpi è di ben due gradi (secondo i calcoli a partire da fine ‘800) e ciò è devastante per i ghiacciai, il cui volume si è dimezzato e rischia di essere ridotto fino al 90 % entro fine secolo. L’arco alpino in futuro sarà interessato da lunghe siccità, piogge torrenziali e ondate di calore, come avverrà anche nel resto della nostra penisola e delle aree di Francia e Spagna che si affacciano sul Mediterraneo. Le piogge diminuiranno sempre di più e la temperatura aumenterà di un grado e mezzo in inverno e due in estate: ciò vuol dire che le ondate di calore diventeranno la norma e saranno sempre più letali e molte specie vegetali come olivi, vitigni e grano duro emigreranno più a nord.

In Antartide invece gli scienziati lanciano l’allarme per la cosiddetta zona Larsen C, un’imponente massa di ghiaccio che sta per staccarsi dal continente creando il più grande iceberg della storia.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

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