Il clima è già cambiato e in Emilia Romagna un po’ di più

In Emilia Romagna le carenze idriche hanno interessato tutto il territorio fatta salva l’area costiera, e sono dell’ordine del 20-40%, cifre destinate ad aumentare dato che non sono previste variazioni meteorologiche significative nei prossimi 15 giorni. Rileva meteoparma.com che il record della media generale per la terza decade resisteva da ben 95 anni e viene quindi aggiornato: 2017: 24,1°; 1922: 23,9°. Con la temperatura di 33,7° del giorno 30 non è caduto il record mensile sull’estrema massima (che rimane di 35,7° del 2009); a cadere è stato il record della media massime relativamente alla terza decade: 30,6° (scarto sulla norma di ben 4,5°); superato il 30,1° degli anni 2009 e 2005. Stabilita anche la minima mensile cittadina più alta, il giorno 31 con 22,0°; valore che ha ritoccato il precedente record di 21,8° del 26 maggio 2009. Nel complesso una primavera decisamente molto calda (la seconda più calda), come molte volte è successo negli anni duemila, e la cui media è stata superiore alla norma di 2,1°, che per un periodo di tre mesi è veramente tanto:2007: 16,5°; 2017: 16,3°; 2011: 16,1°. La media delle massime di 21,9° (+2,6°) è stata la terza più alta della serie dopo il 1945 e il 2007; la media delle minime di 10,8° (+1,5°), la quarta più alta dopo il 2007, 1934, 2005. A Parma il deficit delle piogge è del 46% ed è la quarta più secca mai registrata. La gestione degli invasi d’acqua sta diventando una priorità economica ed ambientale in queste zone. L’Emilia Romagna è una regione preziosa per la sua produzione agricola ma non solo: è anche la regione più verde d’Italia, con 611 mila ettari (pari ad un terzo del territorio) coperti da boschi, i cui alberi, come sappiamo, assorbono e riducono la CO nell’aria.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Lascia un commento