Russia superpotenza agricola del futuro

L’economia russa si basa tradizionalmente sul petrolio e sul gas ed è esportatrice di armi, ma per il resto sono pochi i prodotti finiti che esporta; la situazione tuttavia potrebbe cambiare in un prossimo futuro. Col prezzo del greggio in calo negli ultimi anni assieme alla moneta nazionale, il rublo, la Russia volge il suo sguardo a una nuova ricchezza, favorita dall’andamento delle temperature: i cereali. Sorpassati gli USA e l’Europa con un’esportazione quest’anno di 27,8 milioni di tonnellate di frumento, è stato un vero e proprio boom della Russia, dato dal riscaldamento globale che spinge il limite delle terre coltivabili sempre più a nord. E’ stato calcolato che 140 milioni di acri di terra rimasti incolti in Russia (e in misura minore in Ucraina e Kazakistan) dopo la caduta dell’URSS potrebbero essere nuovamente messi a coltura. La popolazione mondiale sta aumentando, e i paesi in via di sviluppo hanno bisogno costante di rifornimenti a causa delle carestie (si pensi a paesi come la Nigeria, il Bangladesh) e della siccità, che mette in ginocchio le colture. I prezzi del frumento russo sono diventati estremamente competitivi a causa della svalutazione del rublo, tanto da mettere in seria difficoltà statunitensi ed europei, che per giustificare un prezzo più alto devono puntare sempre di più su grano particolare e di qualità. I rivali della Russia (USA e Australia oltre all’Europa) inoltre stanno facendo i conti loro stessi con la siccità dei campi. Forse il ministro russo dell’Agricoltura Tkaciov non è andato lontano dalla realtà quando ha detto che un giorno il frumento sostituirà gli idrocarburi nell’economia del paese, e perciò il Cremlino sta anche puntando molto su ricerca scientifica e nuove tecnologie in campo agricolo.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

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