Africa: nel Sahel si prepara la più grande migrazione della storia

L’Africa subsahariana e il poverissimo Sahel, pur avendo una minima responsabilità nel surriscaldamento globale rispetto ai paesi ricchi, sono e saranno nei prossimi cent’anni, tra i luoghi più flagellati del mondo da siccità e carestie. Già il Corno d’Africa ha subito nel recente passato delle tremende carestie, ma continueranno ad aumentare in intensità e drammaticità a causa del numero di persone coinvolte. Milioni di persone soffrono per l’assenza totale o quasi di cibo, acqua e mezzi di sussistenza, i raccolti di grano e mais dell’Africa subsahariana sono probabilmente destinati a crollare entro il 2040 a causa dell’inservibilità delle terre coltivabili del 40-80%. La maggior parte delle donne dell’Africa subsahariana partoriscono un gran numero di figli (c’è una media di 7,6 figli per donna in Niger) in quanto non hanno a disposizione contraccettivi e non posseggono la nozione di pianificazione familiare. Entro il 2100, solo nell’area del Sahel, la popolazione potrebbe aumentare sino a 670 milioni di persone. Le migrazioni, già definite dalle diplomatiche e controllate Nazioni Unite una “mission impossible”, potrebbero assumere una portata apocalittica secondo una previsione del Washington Post, secondo il quale entro fine secolo il Sahel s’inaridirà del tutto, e milioni di persone saranno costrette ad emigrare. Nella speranza che questo scenario sia troppo pessimistico, nel frattempo è necessario agire per controllare l’impennata demografica, trascurata colpevolmente dai governi locali, avidi e senza scrupoli, e dalla comunità internazionale, che, anche quando non si gira dall’altra parte, non riesce a focalizzare l’attenzione su aiuti mirati (in 45 pagine prodotte dalle Nazioni Unite sul Sahel, non una parola è stata spesa per il controllo demografico).

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

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