Gli sfollati delle Ande

La drammatica situazione della regione andina a causa del cambiamento climatico è rappresentata dalla popolazione di queste terre, abituata al lavoro agricolo e d’allevamento, costretta a lasciare le proprie case per cercare fortuna nelle città. Nayra, coltivatrice di quinoa e patate e allevatrice di lama, vede stravolgere il suo mondo quando la siccità e la carestia le portano via le speranze e la costringono, a mezz’età, a trasferirsi a La Paz e vendere snack e bibite con un rabberciato carretto. Sono storie di drammatica attualità in Bolivia, dove le periferie delle grandi città raccolgono un popolo di fantasmi che vivono in baracche, coloro che erano i contadini delle Ande. I pescatori sono un’altra categoria colpita duramente dal cambiamento climatico in Bolivia; per loro i laghi sono tutto, ma da quando la siccità prolungata ha provocato l’ecatombe di fauna presso gli specchi d’acqua che continuano a prosciugarsi, hanno dovuto migrare in massa, destinazione miniere di carbone o fabbriche di sale. Nei paesaggi andini, dall’aspetto lunare, sembra che la vita stessa sia un miracolo, infatti l’altipiano è una terra brulla, desertica, con cime vulcaniche. Un paesaggio molto diverso dall’ovest del paese, dove la natura lussureggiante è ancora scrigno di biodiversità. La pioggia ormai nella zona andina non si vede per lunghi periodi e la fauna e la flora periscono a ritmi sconcertanti, e nella Cordigliera Real che domina La Paz non si può più osservare il ghiacciaio Chacaltaya, poiché si è sciolto nel giro di un decennio. La siccità permanente ha inoltre ridotto il lago Poopò, secondo bacino idrico della Bolivia, in una striminzita pozza d’acqua, tutto a causa dell’inquinamento minerario e delle devastazioni di El Niño.

A cura di M.B.

DA “LA STAMPA”

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