Fibrosi polmonare idiopatica e traffico

Le aree ad alti livelli di biossido di azoto sono strettamente correlate all’insorgenza di un’insidiosa malattia che riduce la funzionalità polmonare con formazione di tessuto cicatriziale al posto di quello sano: è la fibrosi polmonare idiopatica. Questo è il risultato di uno studio recente condotto da un team di ricercatori italiani e americani che sarà presentato ufficialmente al Congresso annuale della European Respiratory Society a Milano nel mese di settembre.

Incrociando i dati che si riferiscono ai malati di fibrosi polmonare (15 mila in tutto il paese, con un aumento pari a 4500 unità l’anno, perlopiù ex fumatori) e i dati che si riferiscono alla concentrazione di biossido di azoto in varie zone della Lombardia (la prima regione esaminata), i ricercatori hanno osservato un’incidenza maggiore di malati nei luoghi dove l’inquinante da traffico si attestava a livelli alti, spesso al di sopra del livello consentito dalla normativa europea (le quantità nell’aria variavano dai 40 ai 60 microgrammi) nel periodo tra il 2005-2010.

Purtroppo si tratta di una malattia dalla prognosi decisamente infausta, in quanto dopo 3 anni solo il 50 % dei malati risulta ancora in vita; è per questo che lo studio è particolarmente importante (nonostante il biossido di azoto non sia l’unica causa ma probabilmente un’importante concausa) per un lavoro di prevenzione.

A cura di M.B.

DA “LA STAMPA”

 

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