Il Congo autorizza triivellazioni per il petrolio in aree protette

Il momento temuto è arrivato: purtroppo il governo congolese ha dato il via libera alle compagnie petrolifere per la trivellazione nei parchi nazionali di Virunga e Salonga (quest’ultima è la seconda maggiore foresta pluviale nel mondo). I parchi sono abitati da numerose specie vegetali ed animali protette, come elefanti, pavoni e il famoso gorilla di montagna, che oltretutto è a rischio estinzione. Il parco Virunga sarà in parte “declassato” dal governo ad area non protetta, tutto ciò a beneficio delle multinazionali e a danno dell’ecosistema, per il quale gli ambientalisti si sono battuti senza risultato. Un quinto del Virunga sarà dunque aperto alle trivellazioni. La decisione ha suscitato la generale riprovazione della comunità scientifica, ambientalista e non solo su tutti i social. Purtroppo, secondo il biologo Daniel Schneider, c’erano già delle avvisaglie di ciò che sarebbe successo: infatti poco prima il parco Virunga era stato chiuso al pubblico fino al 2019 a causa di un rapimento e un attacco ai rangers. Ma a posteriori tutto questo suona come una scusa per sottrarre il parco all’attenzione generale. Il pericolo delle trivellazioni non interessa solamente la fauna, ma anche noi esseri umani, in quanto l’anidride carbonica liberata durante i lavori contribuirà ulteriormente al surriscaldamento globale. Il governo congolese cerca maldestramente di rassicurare sul fatto che la fauna e l’ecosistema saranno protetti, ma già si vedono bracconieri col fucile in mano aggirarsi per le foreste pronti a depredarle dei loro abitanti.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

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