Taranto soffocata dalle polveri dell’Ilva

Le polveri velenose del parco minerale dell’acciaieria Ilva stanno soffocando la popolazione di Taranto, causando malattie e morti premature, tuttavia i governi da Monti a Gentiloni hanno posticipato la copertura del “parco” (normalmente nel resto d’Europa i parchi del genere sono sigillati, a Taranto all’aperto) al 2023 (è una procedura costosa), sancito l’insequestrabilità dello stabilimento per salvare l’acciaio italiano e infine assicurato l’impunità penale per i dirigenti dell’Ilva fino al completamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. La gente del quartiere che sorge a duecentocinquanta metri dallo stabilimento è stata obbligata a restare a casa per ben tre giorni a causa del vento che ha generato turbini di polvere d’altoforno inquinata da metalli pesanti, facendo schizzare le Pm10 dal limite di 50 migrogrammi per metro cubo di aria a ben 200. I bambini non hanno potuto nemmeno andare a scuola; tuttavia il sindaco fa notare che anche in giorni “normali” i piccoli respirano le polveri nocive, e molti sono stati ricoverati nell’ospedale che si è dotato di un medico specializzato in oncologia pediatrica solo grazie ad una petizione dei cittadini. Questi ultimi si sentono soli e indifesi di fronte ad uno stato che anziché punire i responsabili di tale disastro e mettere in sicurezza la popolazione, si gira dall’altra parte pur di proteggere alti interessi. Sono molti i morti negli anni per neoplasia polmonare, tante malattie e morti precoci che si traducono in sofferenze infinite per le famiglie.

Il sindaco ha intenzione di dar battaglia ai decreti del governo su due fronti: impugnando al Tar il Dpcm con cui il governo ha fissato i paletti del piano ambientale per l’Ilva e ricorrendo in sede europea per l’infrazione alle norme comuni attuata dall’Italia nel non coprire il parco dell’acciaieria.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

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