Trivellazioni nell’Artico: respinto il ricorso degli ecologisti in Norvegia

Le Ong ecologiste e Greenpeace, le quali si erano appellate alla giustizia norvegese contro le trivellazioni nel mare Artico, hanno subito una pesante sconfitta contro le compagnie petrolifere, che potranno continuare indisturbate le loro attività, appoggiate dal governo populista conservatore di Erna Solberg. La giustizia norvegese ha ritenuto le trivellazioni legittime e non in contrasto con l’accordo di Parigi; ora le ong ecologiste si troveranno a dover pagare 60 mila euro di spese legali, il prezzo per essersi messe contro le potenti compagnie petrolifere Statoil (norvegese), Chevron e ConocoPhillips (americane) e Lukoil (russa). La Norvegia si crede immune da critiche in quanto sostiene, attraverso la giustizia e i ministri del governo, di fare già abbastanza per la lotta all’inquinamento e alle emissioni (guardando il loro orticello avrebbero certo ragione, ma non è quello il senso dell’accordo di Parigi), in quanto il loro petrolio (di cui sono i primi produttori in Europa) in realtà verrebbe consumato e bruciato in altri paesi. A noi i soldi (nel 2016 hanno guadagnato 37 miliardi e 400 milioni), a voi la colpa del cambiamento climatico, questo è l’atteggiamento del paese più ricco d’Europa; la Norvegia non è poi così virtuosa come vorrebbe far credere e gli ecologisti hanno giustamente annunciato battaglia in appello.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

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