Bankitalia sul cambiamento climatico

Bankitalia per la prima volta si esprime sul cambiamento climatico, sostenendo che le catastrofi naturali come terremoti e alluvioni, stiano danneggiando le banche poiché per famiglie e imprese vi è una copertura assicurativa troppo bassa. L’inondazione del Veneto nel 2010 e il conseguente dissesto del territorio, ha portato un dissesto dei bilanci bancari e dello spread, dunque anche la solidità del nostro sistema finanziario viene intaccata dal cambiamento climatico. I vertici di Bankitalia e persino il ministro Padoan, al “National dialogue on sustainable finance”, nelle insolite vesti di ecologisti, hanno affermato quanto sia importante la sfida al cambiamento climatico e il fatto che lo sviluppo sostenibile debba essere incentivato. L’ufficio studi di Bankitalia pare stia lavorando ad approfondire il rischio idrogeologico, dato che il 15% della popolazione e il 18% delle imprese sono esposte a possibili inondazioni e tra il 2009 e il 2011 si sono verificati una media di 82 eventi all’anno con danni stimati per 2,7 miliardi di euro, aumentati a 3,1 nel solo 2015. Fallimenti e crediti deteriorati sono la preoccupazione degli istituti bancari, e la riduzione del valore di garanzia dei prestiti. Si dovrebbe secondo Bankitalia ridurre il rischio lavorando sulla prevenzione e aumentando la copertura assicurativa sulle proprietà, che nelle zone sismiche del centro Italia arriva a malapena all’1 % del totale, ma tutto questo richiederebbe un intervento pubblico in quanto le assicurazioni private sono disincentivate a servire territori ad alta sismicità. Nonostante i problemi che già si sono manifestati, il peggio deve ancora arrivare, in quanto il cambiamento climatico si dipana su tempi lunghi e potrebbe causare gravi ripercussioni sul precario equilibrio di bilancio nel nostro paese.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

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