Strategia Energetica Nazionale

Venerdì 10 novembre i ministri Calenda e Galletti hanno presentato gli indirizzi della Strategia Energetica Nazionale, che comprende l’abbandono del carbone a favore delle energie rinnovabili, riduzione dei consumi e del ruolo centrale del gas. Tutto ciò per allineare le politiche italiane a quelle europee sul fronte climatico, che prevedono una riduzione del 40% delle emissioni di gas serra entro il prossimo decennio, una quota del 27% alle rinnovabili e un calo del 30% dei consumi energetici. Le centrali a carbone chiuderanno tutte in Italia nel 2025, in sintonia con un trend che ha visto analoghe decisioni da parte di paesi quali il Regno Unito e la Francia, e, sempre secondo la SEN, nel 2030 le energie green copriranno il 55% dei consumi elettrici, dato rivisto rispetto al 49% indicato in un documento di sei mesi fa. Per raggiungere gli obiettivi tuttavia bisognerebbe ovviare al problema della decrescita, negli ultimi 5 anni, delle rinnovabili, puntando sull’eolico, il solare ed il fotovoltaico. Altri due obiettivi della SEN sono costituiti da trasporti ed edilizia, comparti che dovrebbero, secondo gli obiettivi europei, ridurre di un terzo rispetto al 2005 le emissioni (entro il 2030). Le attuali politiche di taglio le ridurrebbero del 24%. Tecnologie e industria dovrebbero lavorare in sinergia in questi due settori per la riqualificazione di interi condomini e quartieri, per raggiungere il livello di “profonda innovazione” cui fa cenno la SEN, che purtroppo dedica pochissime righe al settore trasporti, che fa riferimento ad un troppo generico aumento della mobilità elettrica e non pone un limite temporale (come fatto invece da Uk e Francia) alla vendita di auto a benzina/diesel. Questa transizione sembra essere un tema imbarazzante a causa dello scetticismo di FCA; in realtà bisognerebbe cogliere l’occasione per lanciare e favorire il ruolo delle imprese che si occupano di mobilità elettrica per evitare il rischio di dover importare auto dalla Cina, per esempio. Molta attenzione è dedicata al gas, tuttavia non è stata inserita nel documento SEN un’analisi dell’ampio contesto del programma di decarbonizzazione del 2050 e ciò potrebbe incidere negativamente sull’utilizzo degli investimenti. Infine la SEN si occupa della metanizzazione della Sardegna, in quanto l’isola potrebbe costituire una delle maggiori fonti di rinnovabili, con possibilità di soddisfare al 100% la domanda elettrica entro il 2040 e la copertura dell’insieme dei consumi energetici entro il 2050. L’isola si porrebbe come avanguardia delle rinnovabili e ciò porterebbe ad ottime ricadute sul fronte occupazionale.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

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