Temperature nel Golfo Persico

Gli scienziati statunitensi Jeremy S. Pal e Elfatih A.B. Eltahir, rispettivamente della Loyola Marymount University e dell’ Istituto di Tecnologia del Massachussets, sulla rivista “Nature Climate Change”, hanno lanciato l’allarme sull’innalzamento della temperatura nel Golfo Persico, che nel 2100 potrebbe raggiungere in alcune aree i 77° C. Gli effetti di un tale cambiamento, con picchi di calore e umidità molto frequenti, colpirebbero duramente quella parte della popolazione non abbastanza abbiente da permettersi un impianto di condizionamento nelle proprie abitazioni e coloro che lavorano nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura all’aperto.

Il pericolo riguarda invece tutta la popolazione musulmana quando si parla del consueto pellegrinaggio alla Mecca compiuto dai fedeli, i quali potrebbero subire gravi conseguenze sulla salute viaggiando in condizioni estreme. L’unica soluzione è la riduzione dell’emissione dei gas serra, che di questo passo faranno incrementare la temperatura di 4-5° C a livello globale.

Allegati all’articolo altri dati sconvolgenti a livello globale: l’espansione verso sud del deserto del Sudan (aumentato di 100 km in 40 anni) , la graduale scomparsa del lago d’Aral a causa dell’evaporazione, lo scioglimento del ghiaccio artico del 40 % tra 1995 e 2015 e infine l’innalzamento dei mari con riferimento al ghiaccio della Groenlandia, che se si sciogliesse interamente farebbe innalzare il livello oceanico a 7,4 metri.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

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