Quanta plastica c’è nel mondo?

Un gruppo di ricercatori americani ha condotto uno studio sulla quantità di plastica prodotta dal 1950 in poi e dove sia finita; nel 1950 sono stati prodotte due milioni di tonnellate di plastica, mentre nel 2017 sono state prodotte ben 380 milioni di tonnellate, con tasso di aumento medio dell’8,4% ogni anno. Per ogni uomo sulla terra oggi vengono prodotti 50 kg di plastica e la tendenza è all’aumento. La somma di tutta la produzione mondiale fino al 2015 è di 8 miliardi e 300 milioni di tonnellate, di cui la metà prodotte negli ultimi 13 anni. E’ molto complicato calcolare quanta di questa plastica sia ancora in circolazione, in quanto la vita media dei prodotti a seconda della tipologia, è molto diversa. Fino al 2015 sono state buttate circa 5 miliardi e 800 milioni di tonnellate di plastica, il 70 % del totale prodotto fino a due anni fa. Il restante 30% sarebbe ancora contenuto negli oggetti che usiamo oggi. Solo il 9% della plastica viene riciclato a livello mondiale (con picchi virtuosi in Europa), e il 12 % finisce agli inceneritori; il resto a discariche o disperso nell’ambiente. Nel 2050, se le tendenze registrate continueranno a sussistere, ben 12 miliardi di tonnellate di plastica finiranno disperse nell’ambiente: più di tutta la plastica prodotta dagli anni ’50 ad oggi.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

Alluvioni in California

Dopo gli incendi la California del sud è flagellata dalle alluvioni. La pioggia si trasforma presto in un fiume di fango a terra a causa della mancanza di alberi a frenare la massa di detriti che travolge le abitazioni, automobili e persone (sono morte in 19 e 5 disperse). Le scene riprese dopo il passaggio del fango sono apocalittiche, con case letteralmente sradicate alle fondamenta. Una ragazza adolescente è rimasta bloccata nella melma e ci sono volute ore prima di trovarla (il suo pianto disperato è rimasto a lungo inascoltato) e tanta cautela da parte dei soccorritori per trarla in salvo.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

Aspirare anidride carbonica

Nonostante gli impegni per la decarbonizzazione e la riduzione di emissioni di CO2 nell’aria, continuiamo a sentire che è stato l’anno più secco, con meno piogge, con più inquinamento degli ultimi secoli. Per questo motivo Europa e USA hanno iniziato a progettare delle macchine per l’assorbimento di CO2, nella forma di un comunissimo albero che funziona col sistema Direct Air Capture. Sembra una soluzione fantascientifica, di quelle che gli ambientalisti guardano con sospetto, ma in realtà i tre sistemi per assorbire la CO2 funzionano, anche se a livello ancora sperimentale. Grandi sistemi di ventole che aspirano l’aria ed eliminano la CO2 attraverso i filtri per poi convertirla in carburante o fertilizzanti, vengono prodotte da aziende americane, canadesi e svizzere. Per ora la soluzione è in via di sperimentazione e non ancora sostenibile sul lato economico, ma la svizzera Climeworks sta procedendo a passo spedito con sperimentazioni vicino a Zurigo (aspirando 1000 tonnellate di CO2 l’anno) e in Islanda per “mineralizzare” l’anidride carbonica, iniettandola insieme all’acqua nelle rocce basaltiche. Le strutture sono piccole e costose, ma forse presto diverranno sostenibili e dunque indispensabili. Nel frattempo è bene concentrarsi sui metodi tradizionali di contrastare l’anidride carbonica, come la semina degli alberi.

DA “LA STAMPA”

A cura di M.B.

I pipistrelli soffrono il caldo in Australia, le iguane il freddo negli USA

Mentre iguane e altri animali si “ibernano” sembrando morti per il freddo negli USA, in Australia il caldo torrido, mai così caldo dal 1939, sta mettendo a dura prova molte specie. Opossum che si scottano le zampe sul cemento, i koala disidratati, i volatili pigri che non volano e pipistrelli che cadono al suolo “bolliti” poiché non sopportano temperature superiori ai 40 gradi, sono alcune delle problematiche registrate presso la fauna. I pipistrelli soffrono molto il caldo e il loro numero è decisamente diminuito in Australia a causa delle ondate di calore che negli anni passati hanno flagellato la comunità di volpi volanti, tanto che ora sono considerate una specie “vulnerabile”.

DA “LA STAMPA”

A  cura di M.B.

In Italia temperature invernali record

Le temperature all’alba registrate in più città italiane hanno battuto il record con massime mai così alte da 40 anni: Milano, Roma, Napoli, Verona e Palermo (solo alcuni esempi) si sono svegliate con temperature pressoché primaverili, proprio nei giorni di gennaio in cui il clima dovrebbe essere più inclemente. Precipitazioni ed aria fredda però dovrebbero presentarsi nei prossimi giorni ad interrompere l’eccezionale sequenza di giornate miti; l’anno scorso l’Italia ha visto l’anno più secco di sempre, mentre il 2016 è stato il quarto anno più caldo della storia in Italia (dalle prime registrazioni meteo) e il 2017 il sesto.

DA www.ansa.it

A cura di M.B.