Cappa di smog su Pechino

L’inquinamento nella regione di Pechino ha superato ancora una volta quota 300 di concentrazione di Pm 2,5, polveri sottili pericolose per la salute, e la cappa di smog rimarrà fino a venerdì a causa delle condizioni meteo sfavorevoli alla dispersione. L’ufficio anti inquinamento di Pechino ha emesso l’allerta al livello immediatamente precedente ai livelli massimi di emergenza. Il freddo porterà lunedì alla dispersione dello smog, ma il riscaldamento delle case riporterà probabilmente la situazione dell’inquinamento daccapo.

DA www.avvenire.it

A cura di M.B.

In California l’incendio più devastante della sua storia: 31 morti e 228 dispersi

Tempeste di fiamme che lambiscono le abitazioni, celebrità e gente comune in fuga, case ridotte a detriti carbonizzati e 300.000 sfollati: la California sta fronteggiando l’incendio più grave della sua storia, con molteplici roghi (in tutto sei) difficili da spegnere e molto estesi. Le fiamme hanno distrutto la cittadina di Paradise e la famosa Malibu, dove si trovano molte strutture turistiche e case di vip è accerchiata. Gli sfollati hanno dovuto guidare attraverso fumo e fiamme per salvarsi la vita e l’entità della distruzione è qualcosa di “davvero incredibile”, come ha detto il capo dei servizi di emergenza in California.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Il maltempo uccide e devasta i boschi

Sono il nord con il Veneto e il sud con la Sicilia a pagare il prezzo più caro delle ultime incessanti piogge e venti fino a 180 km orari che hanno provocato frane e distrutto i boschi sulle Dolomiti. In Sicilia i morti sono 12: la tragedia si è consumata in una località nei pressi di un fiume, dove era stata costruita una casa abusiva, che, invasa dall’acqua, è diventata una trappola fatale per un’intera famiglia. In Veneto e Trentino Alto Adige le foreste sono ormai distese di alberi caduti, detriti e fango che si sono trascinati fino nelle case e nei centri abitati, dove la corrente elettrica non ha funzionato per ore o giorni e le persone sono rimaste isolate, anche a causa della condizione delle strade. Il fango delle frane è perfino entrato nei laghi (Garda e Auronzo) dove le acque azzurre si sono trasformate in distese marroni. Il Veneto conta danni enormi nel Bellunese e in tutto ammontano ad un miliardo; Federforeste parla di 14 milioni di alberi abbattuti dal maltempo, tra cui molti nelle foreste di abeti rossi, da cui si ricava il legno per i violini Stradivari. Anche la Sicilia ha sofferto disagi specialmente per il dissesto idrogeologico e gli allagamenti, specie a Palermo e nell’Agrigentino. La situazione rimarrà critica ancora per giorni, in quanto il maltempo continuerà a colpire sia il nord che il sud.

A cura di M.B.

Aree costiere a rischio in Italia

Sette aree costiere sono state classificate a rischio per l’innalzamento delle acque, di cui quattro sul versante adriatico e le altre tre su Tirreno e Mediterraneo: si tratta di Pescara, Martinsicuro, Fossacesia (Chieti), Lesina (Foggia), Granelli (Siracusa), Valledoria (Sassari) e Marina di Campo (Isola d’Elba). Queste aree di criticità sono state segnalate all’ultimo vertice a Roma organizzato da ENEA sui cambiamenti climatici e che ha coinvolto esperti provenienti da tutto il mondo del CMCC, CNR, ISPRA e del MIT di Boston. I modelli dell’IPCC hanno finora indicato una prospettiva di innalzamento delle acque dei mari di 1 metro entro il 2100, ma la previsione non tiene conto delle particolarità geologiche regionali e dunque anche la documentazione sul fenomeno che si osserverà sulle coste italiane è lacunoso e va rielaborato tenendo presente le caratteristiche del nostro territorio, che oltretutto è ad alta attività sismica. Bisogna considerare il travaso di acque che avviene nel Mediterraneo, alimentato attraverso lo Stretto dei Dardanelli e quello di Gibilterra, che è più basso dell’Atlantico di 20 cm e del Mar Morto di ben 50 cm. Il Mediterraneo è più simile ad un lago, un invaso chiuso, che rischia di inondare una parte importante del territorio italiano nei prossimi decenni. Le aree più a rischio si trovano sulla costa adriatica da Trieste alla Puglia, sulla costa tirrenica dalla Versilia alla Campania, mentre nel Mediterraneo sono a rischio le coste siciliane e le isole Eolie.

DA www.enea.it

A cura di M.B.