Nuovo record di gas serra

Gli scienziati dell’ Organizzazione metereologica mondiale (Omm) di Ginevra hanno constatato come la concentrazione di CO abbia raggiunto le 397,7 parti per milione, ovvero un nuovo record negativo del 2014. Anidride carbonica, metano e protossido di azoto impiegati in varie attività industriali, agricole e domestiche continuano ad essere protagonisti di record negativi che si susseguono a danno della salute umana, del pianeta e delle future generazioni, che erediteranno una terra pericolosa ed inospitale, a meno che non si riducano sensibilmente le emissioni, come sottolinea il Segretario generale Omm Michel Jarraud. Quest’ultimo ha definito il CO una “minaccia invisibile” la quale sta portando ad un effetto a catena dall’innalzamento delle temperature (nel 2015 per la prima volta si è registrato l’innalzamento di 1° C al di sopra dei livelli pre-industriali) ad eventi metereologici estremi fino all’acidificazione e innalzamento delle acque e l’amplificazione tra i crescenti livelli di CO e vapore acqueo.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

Lo scioglimento dei ghiacciai italiani

Presentato da Globe Italia l’aggiornamento stilato dall’università di Milano. Dal 1981 persi duemila miliardi di litri di riserve di acqua nelle Alpi centrali, l’equivalente di 800.000 piscine olimpiche o quattro volte il lago Trasimeno. In 50 anni la superficie si è ridotta di un terzo.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

Temperature nel Golfo Persico

Gli scienziati statunitensi Jeremy S. Pal e Elfatih A.B. Eltahir, rispettivamente della Loyola Marymount University e dell’ Istituto di Tecnologia del Massachussets, sulla rivista “Nature Climate Change”, hanno lanciato l’allarme sull’innalzamento della temperatura nel Golfo Persico, che nel 2100 potrebbe raggiungere in alcune aree i 77° C. Gli effetti di un tale cambiamento, con picchi di calore e umidità molto frequenti, colpirebbero duramente quella parte della popolazione non abbastanza abbiente da permettersi un impianto di condizionamento nelle proprie abitazioni e coloro che lavorano nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura all’aperto.

Il pericolo riguarda invece tutta la popolazione musulmana quando si parla del consueto pellegrinaggio alla Mecca compiuto dai fedeli, i quali potrebbero subire gravi conseguenze sulla salute viaggiando in condizioni estreme. L’unica soluzione è la riduzione dell’emissione dei gas serra, che di questo passo faranno incrementare la temperatura di 4-5° C a livello globale.

Allegati all’articolo altri dati sconvolgenti a livello globale: l’espansione verso sud del deserto del Sudan (aumentato di 100 km in 40 anni) , la graduale scomparsa del lago d’Aral a causa dell’evaporazione, lo scioglimento del ghiaccio artico del 40 % tra 1995 e 2015 e infine l’innalzamento dei mari con riferimento al ghiaccio della Groenlandia, che se si sciogliesse interamente farebbe innalzare il livello oceanico a 7,4 metri.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

Ghiaccio bollente

Il rapporto “Ghiaccio bollente” del WWF afferma come nelle mani dell’uomo il pianeta si stia letteralmente squagliando; dai poli, Artide e Antartide, dove l’innalzamento della temperatura si fa maggiormente sentire, ai ghiacciai “alpini” quali l’Himalaya, la Patagonia, l’Alaska, gli Urali e il Kilimangiaro, veri e propri serbatoi d’acqua dolce. Dati alla mano, dal 1962 ad oggi le Alpi, ad esempio, hanno perso il 40 % dei loro ghiacci (da 519 a 368 km²) e i ghiacciai “alpini” già nominati hanno subito una riduzione fino al 75 %. Questi fenomeni non devono essere considerati remoti dall’essere umano; la riduzione dei ghiacciai va ad intaccare le nostre risorse idriche e l’equilibrio degli oceani, tanto da minacciare 360 milioni di abitanti delle zone costiere (fino al 70 % di esse in tutto il mondo) che rischierebbero di venire sommerse. Inoltre numerose specie animali già in difficoltà a causa dello scioglimento dei ghiacci, come orsi polari e balene, potrebbero essere già estinti entro il 2030.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

Allarme oceani

Il WWF e la Zoological Society di Londra si uniscono per denunciare, attraverso il rapporto “Living Blue Planet”, una situazione insostenibile per i nostri oceani, che continua a peggiorare.

Il rapporto sconvolgente indica come dal 1970 al 2012 (soli 40 anni) la popolazione di mammiferi marini e di pesci sia calata del 49 % e quella di tonni, sgombri , sardine e palamite addirittura del 75 %. Le cause di tutto ciò sono la pesca incontrollata, l’inquinamento e le microplastiche, sterminatrici di fauna acquatica, insieme all’acidificazione delle acque (causata dall’anidride carbonica) che erode la popolazione di placton, l’organismo alla base dell’ecosistema marino.

Le conseguenze di questi crimini perpetrati contro gli oceani, fra non più di 10 anni, sarà l’estinzione di migliaia di specie marine, con ripercussioni gigantesche anche sull’essere umano, a partire dall’emigrazione di massa dalle aree costiere il cui mezzo principale di sussistenza è la pesca.

A cura di M.B.

DA “LA STAMPA”