Il Principio di Precauzione per la protezione dell’ambiente in Europa

Il principio di precauzione è citato nell’articolo 191 del trattato sul funzionamento dell’UE e il suo scopo è garantire un alto livello di protezione dell’ambiente, agendo preventivamente in caso di rischio. Il campo in pratica si estende anche alla politica dei consumatori, alla legislazione europea sugli alimenti, alla salute umana, animale e vegetale. Garantisce inoltre un livello appropriato di protezione dell’ambiente e della salute nei negoziati internazionali. Il principio può essere invocato quando un fenomeno può avere effetti potenzialmente pericolosi, individuati tramite valutazione scientifica e obiettiva, se questa valutazione non consente di determinare il rischio con sufficiente certezza, per procedere poi dall’analisi del rischio alla gestione di esso.

A cura di M.B.

DA SITO “EUR-LEX”

Emissioni zero nel 2045: la Svezia fa sul serio

La Svezia ha di recente approvato la Klimatreform, che si prefigge la riduzione delle emissioni di gas serra dell’85 % rispetto al 1990 entro il 2045. Obiettivo ambizioso, con l’aggiunta che il 15 % restante sarà destinato allo sviluppo di foreste che facciano da “carbon sink” e in investimenti volti alla sostenibilità ambientale all’estero. La legge entrerà in vigore nel 2018 e le misure per il taglio della CO si concentrano su incentivi alla mobilità sostenibile tra energia elettrica e biofuel ed incentivi per la diffusione dell’eolico. Il ministro dell’Ambiente Isabel Lövin si dice fiduciosa e aggiunge che l’obiettivo potrebbe anche essere raggiunto prima del 2045, grazie anche ad un sistema di tappe intermedie di verifica messo a punto in parallelo alla riforma. L’approvazione della Klimatereform è stata festeggiata da una foto di gruppo del ministro insieme al suo staff interamente al femminile, una sorta di provocazione e risposta alla foto del presidente Trump (noto negazionista del mutamento climatico) che pochi giorni prima si era fatto fotografare nell’atto della firma del decreto che blocca i fondi federali alle Ong che sostengono l’aborto, attorniato da soli uomini.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

Un pianeta troppo caldo

La conferenza COP22 di Marrakech, avvenuta nel novembre scorso, ha reso giuridicamente vincolanti gli impegni presi alla COP21 di Parigi, nell’attesa della prossima conferenza sul clima che si terrà in Polonia nel 2018, quando ci sarà il check up degli impegni presi da ciascuno stato, le cui azioni saranno flessibili ma soggette a monitoraggio periodico, e ci sarà l’istituzione del Fondo Verde da 100 miliardi di dollari per l’adeguamento dei paesi in via di sviluppo al regolamento. Purtroppo secondo molti scienziati, l’obiettivo di contenere entro il 2030 l’aumento del riscaldamento sotto i 2 gradi è già da considerare un’utopia; l’UNEP sostiene che in realtà dovremo fronteggiare un aumento di oltre i 3 gradi e che siamo già entrati nella fase in cui è necessario elaborare strategie di resilienza e adattamento. Il paese da prendere a modello per consapevolezza e gestione virtuosa della politica ambientale è la Svezia che entro il 2020, secondo quanto annunciato, mira a raggiungere la piena decarbonizzazione, mentre altri paesi si impegnano, in un lasso di tempo più ampio, a diminuire l’uso dei carburanti fossili.

A cura di M.B.

DA MENSILE COOP ALLEANZA 3.0 EDIZIONE VENETO

L’Agenzia Europea per l’Ambiente sul cambiamento climatico

Le conseguenze dei cambiamenti climatici sono di vasta portata e sono attuali: le temperature aumentano, le precipitazioni si modificano, i ghiacciai e la neve si sciolgono e il livello del mare aumenta. Eventi climatici estremi come alluvioni e siccità diventeranno sempre più frequenti e devastanti per la natura e per la salute e le attività dell’uomo. Nel XX secolo la colpa del riscaldamento globale è da attribuire principalmente ai gas effetto serra, che vengono emessi attraverso attività industriali, domestiche, agricoltura, discariche di rifiuti e combustione di carburanti fossili. La temperatura globale è così salita di un grado rispetto a 150 anni fa e se non si contiene l’aumento entro i due gradi, si rischiano cambiamenti ancora più pericolosi per la nostra sopravvivenza. Il target stabilito per scongiurare questo effetto è la stabilizzazione e riduzione del 50 % dei gas serra entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990 (la UE sostiene di poter ridurre dell’ 80-90 %). Nonostante queste misure bisognerà comunque pianificare delle strategie di adattamento al cambiamento e di resilienza. Le regioni più colpite a livello globale saranno l’Europa meridionale, che subirà lunghe siccità, le aree montuose, i cui ghiacciai e neve si scioglieranno, le aree costiere, che rischieranno di finire sommerse e infine l’estremo nord, i cui ghiacciai si scioglieranno.

A cura di M.B.

DA SITO “EUROPEAN ENVIRONMENT AGENCY”

Servono misure correttive per gli accordi di Parigi

Il risultato della conferenza di Parigi mostra delle criticità nel fatto che non ci sono sanzioni per i paesi che non rispettano gli obiettivi che si sono dati e il sistema dei controlli è ancora da mettere a punto. Il rafforzamento del target che i governi si sono auto assegnati (peraltro solo parzialmente sufficienti per evitare il rischio catastrofe) è affidato ad un meccanismo debole, inoltre il testo non esplicita direttamente la necessità di far scendere le emissioni di gas serra per scongiurare l’aumento della temperatura di più di 2°. Servono ulteriori misure correttive che non possono rimanere non dette o sottintese.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”