West Nile: 975 casi in Europa

Il Centro Europeo per il controllo delle Malattie ha contato ben 975 casi di febbre del Nilo occidentale in Europa, con la stragrande maggioranza in Italia (327 casi) seguita da Serbia, Grecia, Romania e Ungheria. Ma ci sono stati alcuni casi anche in Israele, Francia e Austria. Il maggior numero di decessi si è registrato in Serbia, Grecia e Italia, ma i morti non sono aumentati rispetto ad epidemie precedenti; in Italia West Nile ormai è endemica da dieci anni, ma le temperature più alte e il prolungamento del caldo fino a ottobre inoltrato hanno aumentato i casi.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Cifre sempre più allarmanti per l’inquinamento

La cifra che periodicamente tira fuori l’Oms per segnalare la pericolosità dell’inquinamento, ovvero 4 milioni di morti all’anno, purtroppo va vista al rialzo, anzi: va più che raddoppiata, perché i morti sono 8,9 milioni l’anno. La nuova cifra è stata pubblicata sulla rivista Pnas da un consorzio mondiale di scienziati che al posto del modello di calcolo tradizionale ha sperimentato uno studio su gruppi da una cinquantina di persone sparsi per il mondo che periodicamente forniscono informazioni circa la loro salute con esposizione a inquinamento e rischi correlati. Non è uno studio fatto di approssimazioni con dati mescolati sul fumo di sigaretta, stufe a carbone e polveri sottili: lo studio è dato dalla reale concentrazione di queste ultime, presente nel 97% dei territori abitati, che siano campagne o città. Le cause più frequenti di morte dovute a inquinamento sono ictus, tumori al polmone e ostruzioni e infezioni delle vie respiratorie. Altre due malattie nella lista potrebbero sorprendere: sono il diabete e la demenza, che recenti studi hanno collegato all’inquinamento, che giocherebbe un ruolo pesante sulla gravità di esse. Infatti uno studio cinese ha appurato che vi è un collegamento tra il declino mentale e l’inquinamento atmosferico. Allo studio hanno partecipato anche organizzazioni come l’Oms, che sottolineano come le morti evitabili siano aumentate del 120% per quel che riguarda l’inquinamento e che dunque basterebbe una politica più incisiva nel passaggio ad energie pulite per poter salvare vite umane. I morti per inquinamento sono più di quelli causati dal fumo e la distribuzione dei morti è collegata al livello di industrializzazione: i paesi in ascesa industriale come Cina, India e quelli del Medio Oriente contano 5 milioni di morti, mentre in Europa e USA ci si attesta tra i 230 e i 440 mila.

DA “IL CORRIERE DELLA SERA”

A cura di M.B.

Giappone: la furia del tifone Jebi

L’uragano più potente degli ultimi 5 anni si è abbattuto sul Giappone causando almeno 10 morti e 300 feriti. C’è però da giurare che il conto non sia definitivo nella prefettura di Osaka, la più colpita, dove mezzo milione di persone non ha più energia elettrica. L’aeroporto di Kansai ha subito 162 cancellazioni con più di 3000 passeggeri che vi hanno passato la notte, mentre una petroliera ha urtato violentemente un ponte a causa delle potenti raffiche di vento a 210 km orari. Piogge torrenziali e straripamenti di fiumi si sono verificati al passaggio di Jebi, che non ha colpito Tokyo.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Maltempo di fine estate in Italia

Il maltempo si è abbattuto con alluvioni e temporali forti con disagi da nord a sud della Penisola: un campanile di una chiesa è stato rovinato da un fulmine nello Spezzino, a Roma disagi per i semafori senza energia elettrica a Monteverde, a Napoli una tromba d’aria ha colpito la città. Disagi anche nelle Marche verso Ancona e Civitanova per allagamenti e in Friuli Venezia Giulia a Udine, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza e sono arrivate 60 telefonate ai vigili.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

I parassiti dei raccolti

Uno studio dell’Università di Washington ha evidenziato la voracità e il gran numero in costante aumento dei parassiti delle coltivazioni di cereali come riso, mais e grano nelle zone temperate del pianeta. E’ una condizione che si aggrava con l’aumento delle temperature, come è dimostrato dallo studio: per ogni grado in più si perderà dal 10 al 25% del raccolto a causa di insetti e parassiti, specialmente in USA, Francia e Cina. 213 milioni di tonnellate di cereali saranno perduti con l’aumento di due gradi: il 46% del grano, il 31% del mais e il 19% del riso. Gli insetti vedono aumentare il loro metabolismo e il loro tasso di riproduzione col caldo, dunque sarebbe opportuno affrontare il problema pesticidi prima possibile per affrontare anche questo lato dell’emergenza clima.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.