eRoad Arlanda in Svezia

Non lontano dall’omonimo aeroporto di Stoccolma, l’11 aprile è stata inaugurata una strada lunga due km, l’eRoad Arlanda, una carreggiata intelligente che ricarica le auto elettriche mentre si muovono su di essa. L’agenzia statale delle autostrade scandinave ha già annunciato di voler estendere questa tecnologia a tutta la Svezia per poter raggiungere l’obiettivo di tagliare le emissioni di CO2 del 70% entro il 2030 nel settore trasporti.

DA “IL CORRIERE DELLA SERA”

A cura di M.B.

Metà delle specie animali e vegetali a rischio per il cambiamento climatico

Sulla rivista Climatic Change è stato pubblicato uno studio frutto della collaborazione tra WWF, università dell’East Anglia e la James Cook University in Australia, che mette in guardia sul rischio della perdita della biodiversità in luoghi come il Mediterraneo, le Galapagos e l’Amazzonia: addirittura metà delle specie animali e vegetali sarebbero potenzialmente a rischio. L’impatto del surriscaldamento del globo in questi paradisi di biodiversità potrebbe davvero rivelarsi drammatico: anche se non si superasse i 2 gradi, il limite dell’accordo di Parigi, si potrebbe arrivare ad una perdita del 25% delle specie nei luoghi chiave della biodiversità. Con scenari più drammatici, ovvero senza taglio delle emissioni, si potrebbe perderne anche la metà. Lo studio è stato condotto su ben 80.000 tra specie di piante e animali, in quelle aree che costituiscono l’habitat di specie altrove rare o assenti. Le savane boschive in Africa, il Madagascar, la Guyana amazzonica e l’Australia sudoccidentale sono alcune delle zone che sarebbero colpite duramente, con perdite significative di anfibi, uccelli e mammiferi. Le percentuali, spaventose, si aggirano tra il 60 e il 90% delle varie specie, l’Amazzonia potrebbe addirittura perdere il 69% delle sue specie vegetali. L’unicità di queste specie, che fanno la bellezza di quei luoghi, sarebbe spazzata via entro pochi decenni a causa di carenze idriche e surriscaldamento. Il Mediterraneo, a sua volta, sarebbe vulnerabile anche con un minimo sbalzo di temperatura: la calura mette già in crisi il suo ecosistema, causando pesante stress nelle popolazioni di cetacei e soprattutto di tartarughe marine, le più minacciate. Aggiungendo all’impatto del clima anche l’attività umana, si può ben comprendere come il 30% delle specie marine del Mediterraneo siano ora in pericolo. L’unica soluzione è uno stop deciso alle emissioni inquinanti, in quanto il danno che è già stato compiuto può essere solo così mitigato, ma le conseguenze di un ulteriore aumento della temperatura, dato dallo status quo, può arrecare danni incalcolabili se si arriverà ad un aumento di 4,5 gradi a fine secolo.

DA “IL CORRIERE DELLA SERA”

A cura di M.B.

Investimenti in solare superano gas e carbone nel 2017

Gli investimenti in impianti fotovoltaici hanno superato quelli per gas e carbone nel 2017, un vero primato per la Cina, leader del settore, seguita da USA ed Europa, che dopo il boom tirano il fiato. 200 miliardi spesi in impianti fotovoltaici, una cifra da capogiro, con aumento di investimenti del 18% dal 2016. I gigawatt installati in totale producono energia superiore al nucleare e i combustibili fossili (oltre alle altre rinnovabili) messi insieme. Questo boom straordinario è dovuto principalmente alle politiche di governo di Pechino, con più di metà dei fotovoltaici al mondo installati in Cina nel 2017, che spinto da motivi di sicurezza ambientale e di salute per i cittadini, ha optato per il solare come fonte rinnovabile. Ma la Cina non è solo in testa per il solare, ma per le rinnovabili in generale: eolico, idro, biomasse e geotermia. L’aumento di investimenti è costante, 126,6 miliardi di dollari nel 2017, con aumento del 31% rispetto all’anno precedente. Anche l’Australia si è data da fare per le energie verdi (8,5 miliardi, più 147%), la Svezia (3,7 miliardi, più 127%) e il Messico, che ha premuto al massimo l’acceleratore con più 810% in solo un anno.

In USA ed Europa la crescita continua con qualche tentennamento (UK e Germania sono risultate in calo), così come in Giappone, ma il trend è chiaro. Sono stati investiti complessivamente 2700 miliardi di dollari nel 2017 per le rinnovabili nel mondo.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.

Il “respiro” degli oceani e il global warming

Il movimento degli oceani con le maree genera un campo magnetico, più debole rispetto a quello terrestre (di 20.000 volte per la precisione) ma misurabile grazie a satelliti. L’Agenzia spaziale europea ha per la prima volta mappato il magnetismo degli oceani, e nonostante il suo “respiro” sia sfuggente, ci può dire molte cose sulla dinamica del global warming. Il segnale delle maree oceaniche è rilevato dalla superficie al fondo, una novità. I satelliti della missione Swarm misurano come un elettrocardiogramma il “battito” delle onde dell’oceano: riusciremo a capire come si diffonde il calore, come viene assorbito, distribuito ed immagazzinato nelle profondità. I satelliti hanno anche consentito di mappare la litosfera magnetica, ovvero i segnali delle rocce terrestri, sempre più deboli rispetto al magnetismo del nucleo, ma oggi rilevabili: si riveleranno un tassello fondamentale per comprendere il nostro passato e il nostro futuro.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B

Energia elettrica dal deserto

Ben 11 paesi africani hanno aderito al progetto sostenuto dalla Banca di sviluppo africana (BAD) per trasformare l’enorme disponibilità di energia solare in corrente elettrica destinata ai paesi della zona frontaliera col Sahara.” Trasformare il deserto in energia”, questo è il motto che porterà a 400 milioni di persone l’energia per attività domestiche, agricole e industriali. Sono stati investiti 9,6 miliardi di euro nel progetto, già in cantiere da anni, che porterà ad una capacità produttiva di energia stimata in 10 mila megawatt. Il responsabile della BAD ha aggiunto che entro il 2020 il 40% del budget di investimenti della banca sarà destinato alle rinnovabili. Ci sono anche illustri partner tra i donatori, ovvero l’Agenzia di sviluppo francese, l’Agenzia internazionale di energia rinnovabile (Irena) ed altri partner del settore privato. L’importanza di agire subito per mitigare gli effetti del cambiamento climatico è data dalle statistiche e dati sulle future migrazioni, che coinvolgeranno centinaia di migliaia di persone nei prossimi decenni in Africa e dunque c’è la necessità assoluta di mettere i cittadini nelle condizioni di poter disporre di energie pulite e materie prime per continuare a vivere nei propri villaggi e scuole dove insegnare a gestire queste nuove fonti di energia.

DA “LA REPUBBLICA”

A cura di M.B.