Il Principio di Precauzione per la protezione dell’ambiente in Europa

Il principio di precauzione è citato nell’articolo 191 del trattato sul funzionamento dell’UE e il suo scopo è garantire un alto livello di protezione dell’ambiente, agendo preventivamente in caso di rischio. Il campo in pratica si estende anche alla politica dei consumatori, alla legislazione europea sugli alimenti, alla salute umana, animale e vegetale. Garantisce inoltre un livello appropriato di protezione dell’ambiente e della salute nei negoziati internazionali. Il principio può essere invocato quando un fenomeno può avere effetti potenzialmente pericolosi, individuati tramite valutazione scientifica e obiettiva, se questa valutazione non consente di determinare il rischio con sufficiente certezza, per procedere poi dall’analisi del rischio alla gestione di esso.

A cura di M.B.

DA SITO “EUR-LEX”

Sos biodiversità

L’estinzione delle specie animali causata dal cambiamento climatico a partire da oggi potrebbe riguardare una specie su cinque e addirittura la metà delle specie entro fine secolo, secondo gli scienziati che si sono riuniti presso la Pontificia Accademia delle Scienze per un workshop di tre giorni. Il riscaldamento globale di natura antropica sarebbe la causa di questa temuta ecatombe, ancora più minacciosa dello stesso cambiamento climatico in quanto irreversibile. L’inquinamento dell’acqua e l’utilizzo di fonti fossili per l’energia va sostituito da fonti di energia rinnovabili accompagnate da nuove tecniche agricole e sviluppi urbanistici sostenibili. Altro aspetto che sta a cuore agli scienziati coinvolti nel workshop è l’eradicazione della povertà, in quanto la nostra sopravvivenza dipende dall’adottare principi di giustizia sociale oltre che di sostenibilità ambientale.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

Papa Francesco sulla guerra mondiale per l’acqua

Papa Francesco è recentemente intervenuto al convegno organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze sociali sul tema del diritto all’acqua, esprimendo il suo timore che la contesa per l’acqua potrebbe portare ad una terza guerra mondiale. Il pensiero del Papa è rivolto in particolare ai milioni di adulti e bambini che non hanno acqua potabile disponibile, coloro ai quali è negato questo diritto che dovrebbe essere universalmente riconosciuto mettendo da parte gli egoismi. Nel “Laudato si”, il pontefice aveva già parlato dell’acqua come principio di tutte le cose ed elemento fondamentale della vita, citando passi della Genesi e del Cantico delle Creature, per sottolineare quanto sia importante per il progredire della nostra società nel complesso. L’acqua dev’essere pura, non contaminata. Non solo dovremmo avere tutti il diritto di usufruirne, ma tutti dovremmo impegnarci a renderla pulita e potabile; gli stati devono fare in modo di attuare una politica responsabile riguardo ad entrambi questi aspetti. Secondo Papa Francesco il rispetto per gli altri esseri umani passa necessariamente attraverso il rispetto della natura e va promossa una “cultura della cura”, ovvero la condivisione responsabile di un bene (in questo caso l’acqua). La “cultura della cura” deve coinvolgere politici, scienziati, imprenditori e gente comune per rendere la nostra “casa” più abitabile, sicura ed equa, senza escludere nessuno.

I temi affrontati nel convegno sono stati molteplici: l’alterazione del ciclo dell’acqua nel pianeta, la contaminazione delle acque, il grave e devastante effetto della deforestazione sull’acqua, la conseguente scarsezza dell’acqua, la crescente difficoltà dei poveri ad avere accesso all’acqua e in particolare all’acqua potabile.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

La Porta dell’Inferno in Siberia

Nella regione della Jacuzia, in Siberia, un quarto di secolo fa si è aperta una voragine nella terra, profonda più di cento metri e lunga due km, non lontano dalla città di Batagai. La voragine aumenta di dimensioni di anno in anno, sprofondando di circa 18 m l’anno senza sosta a causa del surriscaldamento e del disboscamento (fenomeni analoghi si stanno verificando anche altrove nel Circolo polare artico). Un evento simile non accadeva da 10.000 anni, ovvero dall’ultima glaciazione, e probabilmente la voragine continuerà ad aumentare di dimensioni fino all’erosione completa del permafrost, come afferma il geologo prof. Murton dell’Università del Sussex.

A cura di M.B.

DA “LA STAMPA”

Chiudere 300 centrali a carbone entro il 2030 in Europa

L’Europa dovrà avviare da subito la chiusura di 300 centrali a carbone, ed ultimarla entro il 2030, secondo Climate Analytics, per poter rispettare la soglia dei 2 gradi centigradi di aumento della temperatura globale. Per salvare il clima e l’ambiente ci vuole un taglio drastico delle fonti di energia “sporche”, ancora troppo utilizzate nell’Eurozona; è l’organizzazione no profit Climate Analytics, che si occupa dello studio dell’impatto antropico sul cambiamento climatico, che è arrivata a questa conclusione. Germania e Polonia sono i paesi che devono fare lo sforzo maggiore in quanto sono responsabili rispettivamente del 51 % e del 54 % delle emissioni di carbone, con gli altri paesi a seguire con percentuali sensibilmente minori. Centrali elettriche e grandi industrie dovranno rinunciare all’uso del carbone, puntando su biometano, eolico e solare, pena lo sforamento del limite stabilito dall’accordo di Parigi. Per Greenpeace l’Ue è ancora indietro sugli accordi siglati e preme per una transizione al 100 % a fonti rinnovabili e per la cancellazione dei sussidi pubblici per le fonti fossili.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”