Le trivelle in Italia

Il triste elenco delle località interessate in Italia dalle trivelle aumenta sempre di più; infatti si contano ben novanta concessioni per le ricerche sulla terraferma solo da Abbadia Cerreto a Zappolino, mentre altre ricerche ed estrazioni vengono effettuate in tutto l’Adriatico e al largo della Calabria e della Sardegna, oltre che presso le isole Tremiti. La lista è potenzialmente infinita e non vi è una sola regione che non sia coinvolta; nei nostri mari e nelle nostre campagne c’è una corsa al petrolio che comprende, oltre alle già menzionate concessioni per la terraferma, 24 concessioni per i fondali marini, 143 per “coltivazioni” di idrocarburi già individuati a terra e 69 in mare. L’assalto delle lobby petrolifere viene compiuto a danno di gioielli riconosciuti a livello mondiale per la loro bellezza e biodiversità, e tutto ciò lascia solo spazio a tanta amarezza e sfiducia nei confronti del governo che ha sbloccato queste concessioni.

A cura di M.B.

DA “IL CORRIERE”

2020 senza cacao

I meteorologi dell’Istituto Nazionale di Meteorologia e Idrologia dell’Ecuador lanciano l’allarme per le conseguenze della tempesta El Niño che colpirà il paese con piogge due volte superiori alla media durante tutto il primo trimestre del 2016, in particolare tra febbraio e marzo. Il cambiamento climatico e il fatto che il 2015 sia stato uno degli anni più caldi della storia è causa dell’intensità di questo fenomeno, per cui sono previste inondazioni nelle coltivazioni. Un tipo di coltivazione che sarà duramente colpita è quella del cacao, che perderà fino a 40.000 tonnellate del prodotto secondo le stime di Anecacao.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

La battaglia dell’aria

In quest’articolo il ricercatore Pascal Acot del CNRS di Parigi affronta il tema delle energie rinnovabili e del contrasto all’inquinamento dell’aria, che fino ad oggi viene combattuto con mezzi limitati e poco coraggiosi. La miscela di polveri sottili e lo smog presente nelle città dei paesi industrializzati ha portato ad un aumento di decessi prematuri e patologie respiratorie, che colpiscono duramente coloro che hanno una salute più fragile, come bambini e anziani. Nel tempo e in varie città si sono susseguite e tuttora si susseguono misure diversificate ma finora ancora inefficaci a contrastare davvero l’inquinamento: targhe alterne (che penalizzano i luoghi dove i trasporti pubblici sono inadeguati), tassazione dei mezzi a diesel e le auto di grossa cilindrata (metodo che andrebbe a colpire gli automobilisti più poveri) e pedaggi. Questi provvedimenti, insieme alla pubblicizzazione del car-sharing e delle biciclette gratuite a noleggio, sono “soft”, ma sono passeggeri e la loro azione è limitata. Inoltre auto elettriche e motori diesel di ultima generazione sono entrambi ancora molto raramente utilizzati. Secondo Acot dovremmo effettuare una vera e propria transizione energetica, mettendo al bando una volta per tutte i combustibili fossili e favorendo l’introduzione dell’energia solare e quella idroelettrica; una proposta che purtroppo nessun paese ad oggi considera seriamente.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”

Cosa accadrà senza oranghi e scimpanzé

Nel nuovo studio internazionale pubblicato sulla rivista Science Advances, si affronta il tema dell’importanza dei primati per la crescita e la preservazione delle foreste tropicali. Le grandi scimmie come gorilla, oranghi e scimpanzé, i quali si nutrono prevalentemente di frutta, spargono intatti, dopo la digestione, i semi associati alle specie di alberi più imponenti e a maggiore densità legnosa, ovvero quegli alberi che immagazzinano meglio l’anidride carbonica, che altrimenti si libererebbe nell’atmosfera a nostro danno. Grandi mammiferi ed uccelli, minacciati da caccia, traffico illegale e perdita di habitat (tanto che metà dei primati presenti nel mondo è a rischio estinzione), sono coloro che favoriscono la presenza delle grandi latifoglie, dunque bisognerebbe non solo contrastare la deforestazione, ma proteggere la fauna che svolge servizi ecosistemici indispensabili come questo.

A cura di M.B.

DA “LA STAMPA”

Servono misure correttive per gli accordi di Parigi

Il risultato della conferenza di Parigi mostra delle criticità nel fatto che non ci sono sanzioni per i paesi che non rispettano gli obiettivi che si sono dati e il sistema dei controlli è ancora da mettere a punto. Il rafforzamento del target che i governi si sono auto assegnati (peraltro solo parzialmente sufficienti per evitare il rischio catastrofe) è affidato ad un meccanismo debole, inoltre il testo non esplicita direttamente la necessità di far scendere le emissioni di gas serra per scongiurare l’aumento della temperatura di più di 2°. Servono ulteriori misure correttive che non possono rimanere non dette o sottintese.

A cura di M.B.

DA “LA REPUBBLICA”